Il saluto al sole è una sequenza di Asana che aiutano a risveglaure il nostro corpo e la nostra mente per affrontare con energia la giornata
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Yoga al giorno d’oggi è un termine molto in voga in Occidente. Le scuole o accademie si sono moltiplicate a partire dagli anni ’90. Le sue origini sono molto lontane nel tempo. Nella terminologia indiana yoga è un termine che deriva dall’antica lingua sanscrita ed indica le antiche pratiche meditative ed ascetiche.
Il suo scopo principale era visto come il mezzo per realizzare la propria salvezza spirituale e veniva interpretato secondo la scuola che lo praticava. In Occidente si è cominciato a parlare di yoga già a partire dagli anni ’60, ma la pratica di tale disciplina si è consolidata a partire dagli anni ’90, grazie anche alla diffusione mediatica.
Da noi, ovviamente, non ha e non può avere lo stesso significato che ha per chi lo pratica in Oriente. Qui, anche per il nostro retaggio culturale dove tutto ciò che riguarda lo spirito ha a che fare solo con la religione cattolica, ha preso una strada molto pratica. Ci sono moltissime persone che si definiscono maestri e che hanno dato a questa disciplina una loro particolare interpretazione.
Si parla quindi di yoga ormonale, della risata, dinamico e chi più ne ha più ne metta, come si diceva un tempo. Oggi, è più una disciplina sportiva. Aiuta, grazie alle sue asana, a matenere il corpo giovane ed elastico. E le brevi meditazioni a fine pratica, aiutano ad imparare a respirare nel modo corretto.
Tra le varie posizioni che ci insegnano ce ne sono alcune formate da delle sequenze. Un numero, cioè, di asana che si susseguono una dopo l’altra in una loro logica specifica. Il saluto al sole è, forse, una delle sequenze più conosciute e praticate. In sanscrito il termine esatto è Surya Namaskār ed è, in genere, eseguito al mattino rivolgendosi al sole.
Risveglia la ricettività del corpo cercando di assorbire l’energia che il sole ci dona con il suo colore e il suo calore. Nella tradizione dei Veda il sole è il simbolo della coscienza e, per molti secoli, è stato un dio nella cultura indiana. Risveglia il nostro corpo, ma anche la nostra mente, ed è per questo che è consigliato al mattino, all’alba, quando l’aria è intrisa di energia vitale.
Se vogliamo provare questa sequenza, ricordiamo sempre di modulare il nostro respiro in modo naturale e profondo accompagnando ogni asana rimanendo calmi e assecondando i movimenti del corpo nella maniera più fluida che riusciamo. Ne esitono due varianti. Oggi ci soffermeremo in particolare sulla prima forma che chiameremo A per semplicità.
Le 12 asana sono: Samasthiti o Tadasana, Hasta Uttanasana, Uttanasana, Aswha Sanchalasana, Kumbhakasana, Ashtanga Namaskara, Urdhva Mukha Svanasana, Adho Mukha Svanasana, Aswha Sanchalasana, Uttanasana, Hasta Uttanasana, Samasthiti o Tadasana. La prima è la posizione della montagna.
In piedi con le braccia distese lungo i fianchi e i palmi rivolti verso l’esterno, le spalle aperte o con le mani giunte all’altezza del cuore, inspiriamo profondamente ed espiriamo buttando fuori tutta l’aria che abbiamo in corpo. Respiriamo in questo modo per 3 o 4 volte. La seconda posizione è quella delle mani sollevate.
Il saluto al sole, una pratica che risveglia corpo e mente
Inspirando distendiamo le braccia verso l’alto inarcando la schiena all’indietro e tenendo ferme gambe e piedi nella posizione iniziale. Le piante die piedi devono rimanere ben salde a terra. Nella terza posizione mentre espiriamo portiamo le mani verso il pavimento e, se ci riusciamo, appoggiamo i palmi a terra ai lati dei piedi.
Teniamo la testa in linea con la schiena e, se siamo molto elastiche, possiamo afferrare le caviglie per un piegamento più completo. La posizione equestre è la quarta. Con la gamba destra piegata in avanti, inspira e allunga la gamba sinistra appoggiandoti sul ginocchio. Le braccia rimangono dritte con i palmi delle mani a terra all’altezza del piede destro.
Inarchiamo la schiena all’indietro, ma lo sguardo deve essere dritto davanti a noi. La quinta posizione è quella della tavola. Appoggiamo e stendiamo indietro entrambe le gambe che devono essere alla stessa altezza. Mentre inspiriamo alziamo il bacino ed allunghiamo le braccia. Dobbiamo raddrizzare tutto il corpo formando una linea retta con schiena e gambe.
Teniamo la testa dritta con la schiena e rivolgiamo il nostro sguardo verso il basso. Il saluto con gli otto arti è la posizione seguente. Inspiriamo e mentre espiriamo appoggiamo le ginocchia a terra puntando le dita dei piedi sul tappetino. Pieghiamo i gomiti e tocchiamo il tappetino con il torso e inarchiamo la schiena mantenendo la zona pelvica staccata da terra.
Il cane a testa in su è la settima. Sempre facendo attenzione alla respirazione, abbassiamo le ginocchia e il torace. Usiamo le gambe per accompagnare il movimento. Pieghiamo le braccia a sostegno del torace e poi allunghiamole mentre raddrizziamo la testa volgendo lo sguardo verso l’alto.
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Inarchiamo la schiena con le braccia che spingono a sostegno della parte superiore del corpo e solleviamo bene il bacino. Con l’asana del cane a testa in giù siamo arrivate all’ottava posizione. Alziamo il bacino e allunghiamo le gambe e le braccia spingendo con le mani per portare il torace all’indietro.
Appoggiamo i talloni a terra distendendo bene braccia e gambe. Le ultime quattro posizioni sono quella equestre dove eseguiremo lo stesso esercizio spiegato nella quarta asana, con l’accortezza di invertire le gambe rispetto all’esercizio precedente. Ripetiamo anche l’esercizio del piegamento in avanti.
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Mentre risaliamo dal basso, respiriamo lentamente e prepariamoci al penultimo esercizio che sarà identico a quello fatto in precedenza delle mani alzate. Torniamo quindi alla posizione iniziale. Teniamo le braccia lungo i fianchi o le mani giunte a livello del cuore. La sequenza del saluto al sole è terminata. Andrebbe ripetuta almeno 3 volte, dipende un poco anche dal nostro allenamento.
In queste pratiche, se vogliamo eseguirele da sole, la pazienza è fondamentale. Il nostro corpo reagisce a modo suo. Può essere che ci serva più allenamento per praticare il saluto 2 o 3 volte di seguito. Ascoltiamo e seguiamo il nostro sentire, e, se preferiamo, rivolgiamoci a un insegnante che ci possa seguire nel modo giusto.