In pericolo il terreno fertile del Casertano. A lanciare l’allarme è l’associazione dei coltivatori: ecco cosa sta avvenendo
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Quando si parla di progetti green si drizzano le antenne perché la mente pensa sempre a qualcosa di buono ed utile per la salvaguardia del pianeta e della vita in generale. Vero, ma c’è da considerare che spesso esiste anche il risvolto della medaglia. Lo sottolinea la Coldiretti Caserta allarmata per quello che sta avvenendo sui terreni della regione.
La denuncia dell’associazione dei coltivatori punta il dito sull’energia rinnovabile ed i progetti ad essa legati che mettono in serio pericolo i terreni fertili della Campania ed in particolare quelle delle zone del Casertano votate all’allevamento delle bufale. La mozzarella dice Coldiretti andrebbe tutelate esaltando proprio i terreni a disposizione senza “sprecarli” per altri intenti. Vediamo nel dettaglio qual è il nocciolo della questione.
In pericolo il terreno fertile: cosa teme Coldiretti
La Coldiretti Caserta si scaglia contro tre progetti di installazione di pannelli fotovoltaici su terreni per vocazione agricoli, che sono molto fertili. Zone che dovrebbero essere riservata all’allevamento e all’agricoltura e non all’installazione di queste strutture. I progetti in questione sono in approvazione al Ministero dello Sviluppo Economico e riguardano 234 ettari ai quali se ne aggiungono altri due che sono al vaglio della Regione Campania che portano l’estenzione sprecati, secondo l’associazione, a 300 ettari che corrispondono a 400 campi da calcio.
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Gli impianti sono di “grossa taglia” e dovrebbero essere realizzati su delle zone definite agricole: “Una sottrazione di suolo che va in controtendenza rispetto agli indirizzi di politiche ambientali su cui si sta orientando il legislatore”, dicono dall’organizzazione. Uno dei progetti riguarda il comune di Cancello Arnone per una potenza di 43,31 MWp. Segue Santa Maria La Fossa e Grazzanise, che contano 79.21 MWp e infine Castel Volturno e Cancello Arnone, per 56,48 MWp di potenza.
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Coldiretti si dice preoccupata perché se i progetti del fotovoltaico andranno in porto daranno dei seri contraccolpi al settore agricolo. Proprio per questo l’associazione parla di cortocircuito tra la pratica e i belli appelli che si fanno che restano però solo parole volanti. La denuncia è chiara: sì ai pannelli ma sui tetti delle costruzioni, che siano case, stalle, capannoni ma non sui terreni fertili che devono essere invece destinati ad altro.