Collagene, uno spreco importante di foreste tropicali

Sapevi che il collagene, tanto popolare nell’industria della bellezza e derivante da alcuni animali, danneggia le foreste tropicali?

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Collagene in polvere e in capsule (Canva) – Orizzontenergia.it

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Il collagene è la principale proteina del tessuto connettivo negli animali. Nell’uomo, questa proteina rappresenta circa il 6% del peso corporeo e si concentra soprattutto sulle ossa, sui tendini, sulla pelle, sulle membrane e sui vasi sanguigni. Il collagene, dunque, è importantissimo per mantenere i tessuti elastici, compatti, tonici. È il simbolo stesso di giovinezza.

Combatte le rughe e preserva il derma. Il collagene del nostro corpo, purtroppo, diminuisce con gli anni, ed è per questo motivo che i nostri tessuti invecchiano. Nell’industria della cosmesi, il collagene è una sostanza abbondantemente sfruttata, per migliorare la pelle e rallentare il processo di invecchiamento. Tuttavia, l’industria della bellezza comporta danni di vario genere.

Il danni provocati dall’industria della cosmesi per la produzione del collagene

collagene deforestazione Amazzonia
Applicazione del prodotto cosmetico (Canva) – Orizzontenergia.it

Il collagene, derivante dagli scarti di macellazione, viene estratto dai tessuti e dalle ossa di suini e bovini e inserito nei prodotti cosmetici che acquistiamo quotidianamente. Questi prodotti aiutano a migliorare la salute della pelle, dei capelli, delle unghie, oppure, se acquistati sotto forma di integratore (in polvere, liquido o in pasticche), sono un aiuto per proteggere arterie e ossa.

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Si tratta di un elisir di bellezza. Tuttavia, la produzione di collagene provoca diversi danni, anche molto gravi. Secondo un’indagine effettuata da parte del The Guardian, si sfruttano animali allevati all’interno degli allevamenti intensivi. Gli allevamenti intensivi, eticamente scorretti, non solo rendono la vita degli animali un vero infero, ma contribuiscono all’inquinamento ambientale.

L’inquinamento ambientale è anche dato dal disboscamento delle foreste tropicali, tra cui l’Amazzonia, in Brasile. Le aziende produttrici di collagene, infatti, non avendo limitazioni sull’inquinamento ambientale, ne approfittano per deforestare l’Amazzonia per fare spazio agli allevamenti intensivi. Il tutto, senza incorrere in sanzioni, visto che, a differenza delle coltivazioni di olio di palma o della soia, in questo caso non ci sono.

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La UE si è già pronunciata a tal proposito, garantendo che, nei prossimi anni, prenderà provvedimenti contro la deforestazione e contro la produzione di collagene nelle aree fragili del pianeta. A questo punto, meglio produrre il collagene marino, derivante dagli scarti ittici. Questo proviene dalle squame dei pesci, inquina molto di meno ed è più assimilabile dal nostro corpo.

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