Grande attenzione per la zona dei Campi Flegrei: ecco cosa sta accadendo e cosa c’è da fare per evitare i rischi per le persone
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La zona dei Campi Flegrei nei pressi di Pozzuoli sta attirando da alcune settimane l’attenzione degli studiosi. Si fanno sentire, infatti, le scosse di terremoto in un trend che pare essere ripreso confermando quello che era stato rivelato in uno studio del 2017: la magnitudo e la frequenza delle scosse, nel tempo, sarebbero aumentate. È quello che sta avvenendo proprio negli ultimi tempi.
Al Corriere della Sera ne ha parlato Giuseppe Di Natale, vulcanologo dell’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che ha spiegato che l’attività sismica non si fermerà se la pressione del sottosuolo continuerà ad aumentare. Ad oggi il livello di sismicità è pari al periodo 1982-1984, ma se aumenterà ancora cosa accadrà? Vediamo quali sono le possibili conseguenze.
Campi Flegrei, cosa c’è da aspettarsi
Il prof Di Natale ha spiegato che il livello segnalato nel 1984 è stato raggiunto e anche superato. Al momento è il livello massimo, mai la pressione del sottosuolo era arrivata negli ultimi due secoli a questa quota. Il dubbio è sulla resistenza delle rocce: “Non sappiamo con esattezza qual è il punto critico, di non ritorno. Ci troviamo dunque in una situazione non sperimentata prima“ ha chiarito.
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Nei Campi Flegrei almeno il 60% dell’anidride carbonica emessa deriva dal magma che si trova almeno a 7-8 km di profondità di profondità dove è ubicata la camera magmatica principale. Se questa si riempirà si verificherà una grande eruzione ma non conoscendo il punto di rottura è difficile, spiega lo studioso dell’Ingv, capire cosa possa succedere anche se Di Natale è convinto che il magma sia arrivato già a bassa profondità.
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Cosa bisogna dunque aspettarsi? “Non può saperlo nessuno” la risposta dell’esperto. La sismicità potrà aumentare anche se al momento il magma non è ancora arrivato a livello superficiale ma nessuno lo esclude per il futuro. Un’eruzione disastrosa nei prossimi 100 anni? “Estremamente improbabile” anche se restano i rischi per i cittadini in quanto le case non sono messe in sicurezza. Ecco perché bisogna agire quanto prima e soprattutto abbassare la densità abitativa della zona.