Un grande dissalatore ad uso civile è in fase di realizzazione in Puglia e sarà il più grande d’Italia: vediamo nel dettaglio di cosa si tratta
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I cambiamenti climatici in atto sul Pianeta stanno innescando una serie di stravolgimenti ambientali che mettono a rischio interi ecosistemi. Lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento delle temperature e la siccità sono tra le principali conseguenze devastanti sul territorio. Ricerca e scienza mettono in campo tutte le forze per contrastare la situazione generata e porre limiti al progressivo aumento delle cause, attraverso nuove tecnologie e strategie sostenibili.
L’acqua, da sempre essenziale per tutta la vita terrestre, è la prima vittima importante dei cambiamenti climatici. La prima conseguenza della siccità, che si è materializzata prepotentemente nella passata stagione estiva, è stata la penuria di acqua. La situazione generatasi ha messo in ginocchio settori come l’agricoltura e l’allevamento, ma ha impattato sulla vita di tutti noi.
Il dissalatore pugliese
Una soluzione concreta per ovviare alla penuria di acqua è l’idea di usare i dissalatori. Desalinizzare l’acqua di mare o acque variamente salmastre, per renderle disponibili per le attività umane, si è rivelata una alternativa realistica. Si lavora per ottimizzare questa tecnologia ed abbattere i costi per l’utilizzo su larga scala.
A Taranto sorgerà il più grande impianto dissalatore di Italia. Si tratta di un impianto ultratecnologico con una potenzialità calcolata in 55.400 m3/giorno di acqua potabile. E’ un impianto progettato ad osmosi inversa, tecnologia innovativa ed efficiente, che converte l’acqua salata in acqua dolce.
—>Dissalatori: la soluzione innovativa all’emergenza idrica. Ma sono sostenibili?
Il processo vede l’acqua del mare trattata per eliminare le impurità più grossolane per essere poi sottoposta a forti pressioni, grazie ai compressori, e passata a forza attraverso una membrana semipermeabile. In pratica vengono filtrati i sali disciolti e fatta passare solo l’acqua depurata. Il successivo step è la remineralizzazione in apposite cisterne di miscelazione.
L’impianto avveniristico sarà realizzato in prossimità delle sorgenti del fiume Tara e si configura come un’opera strategica ed integrata grazie alle opportunità offerte dal Pnrr, egregiamente sfruttate dall’Autorità idrica Pugliese e da Acquedotto Pugliese. La presenza di questo importante dispositivo va a beneficio delle maggiori richieste idriche estive e del miglioramento delle falde sotterranee.
—>Acqua di mare, come funziona il processo di desalinizzazione per renderla potabile
Un grande contributo per sopperire alle carenze idriche generate dalle crisi climatiche che comportano periodi di siccità importanti e difficili da sostenere per le amministrazioni regionali. Inoltre utilizzando le acque salmastre del fiume Tara, che presentano un grado di salinità minore, sarà possibile limitare il consumo energetico necessario per il funzionamento dell’impianto, riducendo di fatto l’impatto ambientale.