Il riciclo non basta, l’appello di ISPRA per le materie prime critiche

Il riciclo non è sufficiente per l’approvvigionamento delle materie prime critiche necessarie per la transizione energetica: vediamo il punto e le possibili soluzioni

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La transizione energetica comporta il massiccio utilizzo delle cosiddette materie prime critiche. Vale a dire metalli e minerari indispensabili per poter sfruttare le fonti energetiche rinnovabili. Tutte le tecnologie green hanno alla loro base un’inevitabile e imprescindibile necessità, che si concretizza nell’uso di materiali derivanti da attività estrattive.

La realizzazione di pannelli fotovoltaici, di pale eoliche e di batterie per i veicoli elettrici è subordinata all’utilizzo di importanti quantità di minerali e di metalli. L’Italia, anche per questo specifico settore, è quasi completamente dipendente dalle importazioni dall’estero. Il governo, consapevole della situazione del nostro paese, si sta muovendo per porre rimedio.

La strada per colmare il gap sulle materie prime critiche in Italia

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Economiacircolare.com prova a fare chiarezza sull’argomento intervistando Fiorenzo Fumanti, geologo di ISPRA. L’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale ha inoltrato alla Commissione Europea un documento inerente le corrette strategie da implementare per ovviare a tale problematica.

La proposta di legge della Commissione Europea verte sulla costituzione di un rete di agenzie presenti nei diversi Stati e sullo snellimento delle autorizzazioni per la ricerca e l’estrazione dei metalli e dei minerari. In tal senso ISPRA ha individuato ben 3016 siti con documenti certificati che racchiudono la storia mineraria d’Italia.

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La creazione di questo importante database sarà il punto di partenza per il lavoro prossimo di realizzazione della Carta Mineraria Italiana aggiornata. Il documento sarà propedeutico per la localizzazione delle sedi di estrazione mineraria e delle tipologie di metalli e minerali presenti in tali siti. La ripresa dell’estrazione verrà dunque regolarizzata e calibrata, in un’ottica di organizzazione e ottimizzazione delle attività collegate.

L‘obbiettivo è quello di programmare l’attività estrattiva e renderla sostenibile, riducendo l’impatto ambientale delle emissioni nocive. L‘economia delle rinnovabili si basa sulla reperibilità di queste materie prime ed è ormai acclarato da tutte le istituzioni internazionali che il riciclo non sia sufficiente a soddisfare la richiesta di approvvigionamento.

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L’Italia è rimasta indietro anche perché la ricerca mineraria si è esaurita alla fine del secolo scorso, con il successivo e progressivo abbandono delle attività estrattive e dei siti minerari. Si è preferito puntare sulle importazioni a basso costo che ci ha reso completamente dipendenti in questo settore.

In realtà il sottosuolo italiano presenta ancora delle buone potenzialità da verificare e valutare. I criteri del passato, che hanno portato alla chiusura di alcuni giacimenti, possono essere ripresi in considerazione con i nuovi parametri e le nuove esigenze di approvvigionamento di determinati metalli e minerali. Sono cambiate le necessità e si lavora per studiare nuove tecniche alternative sostenibili di estrazione e di rielaborazione dei rifiuti estrattivi storici a ridotto impatto ambientale, ridefinendoli come giacimenti di materie prime seconde.

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