La Guerra in Ucraina miete ancora vittime, ma grazie ai carapaci dei gamberi si possono salvare delle vite. Scopriamo di più a riguardo.
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Il 24 febbraio 2022 iniziava quella che si potrebbe definire una guerra priva di senso, che ha causato migliaia di morti e feriti innocenti. In questa data, infatti, l’esercito russo ha deciso di invadere l’Ucraina con l’intento di proteggere la Crimea ed il Donbass.
Dopo un anno la guerra è ancora in atto e non accenna a fermarsi. Ogni giorno si contano morti e feriti dovuti sia a bombardamenti che alle condizioni in cui si trovano a vivere a causa del conflitto.
Le risorse, tra l’altro, non sono poi così tante e a volte non bastano per mettere in salvo ogni persona colpita durante il conflitto. Secondo la scienza, però, i carapaci dei gamberi potrebbero aiutare tantissime persone, salvando così delle vite innocenti. Vediamo come.
Come i carapaci dei gamberi potrebbero salvare delle vite nel conflitto tra Russia e Ucraina
No, non è una stramba idea per distogliere l’attenzione dalla tragedia che è questa guerra. Secondo la scienza i carapaci dei gamberi potrebbero davvero salvare delle vite.
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Nell’esoscheletro del gambero – quello che comunemente viene chiamato guscio – troviamo infatti il chitosano, una sostanza dotate di capacità emostatiche, ovvero in grado di bloccare il sanguinamento.
L’azienda Nonwovenn ha sfruttato questa proprietà del chitosano per realizzare delle garze emostatiche rivestite appunto da questa sostanza presente naturalmente nel guscio dei gamberi.
Queste garze si troveranno all’interno del kit di pronto soccorso inviato all’esercito ucraino, così da poter curare le ferite meno gravi in maniera repentina.
A testarle sul campo è stata proprio la dotto.ssa Iryna Rybinkina che è andata in Ucraina per addestrare i medici che si trovano ad affrontare tutti i terribili danni causati dalla guerra. La dottoressa ha quindi svelato il funzionamento delle garze alla BBC.
Come spiegato egregiamente dalla dottoressa Rybinkina, per utilizzare le garze emostatiche si deve preventivamente legare la zona ferita con un laccio emostatico, quindi si inizia a tamponare la ferita con la garza, effettuando una leggera pressione.
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In soli 60 secondi il sangue inizierà a smettere di fuoriuscire, permettendo così ai medici un lavoro più agevolato nel chiudere la ferita o dando loro maggiore tempo per trasferire i feriti negli ospedali da campo.