Fumare una sigaretta comporta non solo danni alla nostra salute, ma anche un enorme spreco di acqua: un motivo in più per smettere.
La produzione del tabacco comporta un certo impatto ambientale. Produrre sigarette incide profondamente sulla deforestazione e sullo spreco di acqua. Enormi aree boschive vengono abbattute per fare spazio alla coltivazione del tabacco e per prelevare il legno necessario al trattamento e all’essiccazione delle foglie.
Va da sé che, per la produzione delle sigarette che fumiamo, si impegnano tantissime energie e risorse, in particolare di acqua. Per la produzione di una singola sigaretta, infatti, si impiegano circa 3,7 litri di acqua. Basta fare un calcolo in base a quante sigarette ognuno di noi fuma per comprendere il danno ambientale che si mette in atto inconsapevolmente.
Ogni giorno, si stima che vengano accese più di 20 miliardi di sigarette in tutto il mondo. Moltiplicando questa cifra per i 3,7 litri di acqua che servono per la produzione della singola sigaretta, ed ecco che emerge un dato allarmante. Senza contare che per la produzione del tabacco, ogni anno vengono deforestati 3,5 milioni di ettari di terreno.
La deforestazione per fare spazio alle piantagioni favorisce il degrado del suolo, la monocoltura distrugge il territorio e fa perdere biodiversità. Tra l’altro, si calcola che, quotidianamente, 4,5 milioni mozziconi di sigaretta non vengono smaltiti correttamente, generando quasi 800 milioni di kg di rifiuti tossici. E non solo, perché le cicche diffondono sostanze chimiche nell’aria, nel terreno e nell’acqua.
Insomma, il fumo non solo fa male al nostro corpo, ma inquina il pianeta. La produzione di sigarette è un’industria che genera un notevole spreco idrico, sia per la coltivazione che per la lavorazione del prodotto. Il tabacco, infatti, è considerato un coltura che necessita di tanta acqua, e una piantagione deve essere costantemente irrigata.
Anche la lavorazione delle foglie essiccate richiede un consumo enorme di acqua, perché, durante questo processo, le foglie devono essere ripetutamente bagnate. Una volta bagnate, le foglie sono sciacquate e bollite. L’industria del tabacco, dunque, contribuisce considerevolmente alla carenza di acqua nel mondo.
Più si produce e meno acqua si ha a disposizione per bere o per lavarsi. Le industrie del tabacco dovrebbero adottare processi più sostenibili e tecniche meno impattanti sull’ambiente. Ad esempio, potrebbero riciclare l’acqua utilizzata per la lavorazione delle sigarette o puntare su alternative più Green. Forse un’utopia, nel frattempo, noi possiamo intervenire concretamente, smettendo di fumare, per il nostro bene e per quello del pianeta.
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