Johnny è divento il bersaglio, ma Trento nega l’inizio della caccia

Johnny, il noto orso del Trentino è sotto i riflettori. Gli ambientalisti sono molto preoccupati, le istituzioni invece negano le accuse. I dettagli sulla vicenda

Orso MJ5 vincenda trentino
Orso MJ5 (Instagram) – Orizzontenergia.it

Ha fatto parlare si sé a lungo e ora è di nuovo protagonista del dibattito locale e nazionale. Parliamo dell’orso MJ5, noto come Johnny, colui che per diverso tempo non era stato avvistato nei boschi del Trentino e che invece ha seminato il panico dopo l’attacco nei confronti di un escursionista avvenuto in Val di Rabbi, in provincia di Trento, ferendolo anche se non in pericolo di vita.

Da giorni ormai si parla della possibilità di abbatterlo ma ovviamente non tutti sono d’accordo. Da un lato l’Assemblea Antispecista sostiene che l’animale sia in serio pericolo e che da diversi giorni sia iniziata la sua caccia, dall’altro la Provincia di Trento nega il pericolo. In ballo la questione del radiocollare nella quale viene citata anche Ispra.

Johnny e la caccia: qual è la verità? I fatti

Orso caccia radiocollare
Orso bruno (Canva) – Orizzontenergia.it

Le associazioni animaliste sono seriamente preoccupate per le sorti di Johnny, proprio lui che non aveva mai avuto comportamenti aggressivi in tanti anni ad eccezione del recente attacco. L’animale ha 18 anni ed è nato da due orsi sloveni con i quali è partito il progetto Life Ursus in Trentino. Secondo l’Assemblea Antispecista l’intenzione di istallare il radiocollare è solo l’avamposto della cattura e dell’abbattimento e che anche Ispra sarebbe favorevole.

Dalla Provincia Autonoma di Trento sono arrivati però dei chiarimenti che spiegano innanzitutto che Ispra non ha dato nessun parere “finalizzato alla rimozione dell’orso MJ5” ed inoltre che la cattura dell’orso non è finalizzata all’uccisione ma solo all’installazione del radiocollare che permetterebbe di monitorare un elemento problematico come Johnny si è dmostrato essere.

La Provincia spiega, inoltre, che per questa azione non c’è la necessità di chiedere ulteriori autorizzazioni oltre a quelle già in vigore rilasciate dal presidente a seguito dell’aggressione del 5 marzo con parere favorevole di Ispra. Gli attivisti non sono molto convinti e nonostante le specifiche arrivate dal mondo politico continuano a nutrie dubbi sulla questione.

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