A lanciare la sfida energetica è Unicoge e vuole guidare ben 10 comuni alla transizione energetica. Ma in cosa consiste?
Il progetto di Comunità energetica rinnovabile firmato Unicoge, una società a prevalente capitale pubblico nata nel 2002 per gestire la vendita e la distribuzione del gas, potrebbe essere il protagonista della transizione energetica in dieci Comuni.
Per garantire la sostenibilità economica del progetto, sarà fondamentale un regista capace di guidare gli enti locali in questa direzione. L’iniziativa ha già suscitato interesse in diverse comunità, tra cui i sei Comuni soci (Cologna Veneta, Colognola ai Colli, Lonigo, San Bonifacio, Soave e Zimella), così come Monteforte d’Alpone, Montecchia di Crosara, Cazzano di Tramigna e Roncà, che hanno deciso di aderire.
La sfida energetica per diventare una Comunità energetica
L’idea proposta dalla Comunità energetica rinnovabile di Unicoge sembra essere innovativa e in linea con ciò che rappresenta una comunità di questo tipo: la condivisione di un obiettivo comune, ovvero l’autonomia energetica, la tutela dell’ambiente e il contenimento delle spese, attraverso l’uso di fonti di energia rinnovabile. Questo è stato dimostrato dal fatto che la Regione Veneto ha scelto di presentare il progetto durante una giornata dedicata a CER e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile, tenutasi giovedì presso la Gran Guardia di Verona.
Durante l’evento, la Cer Unicoge è stata presentata come un caso studio per spiegare agli amministratori locali e ai professionisti l’iter per la costituzione di una Comunità energetica rinnovabile. Il primo incontro pubblico si terrà mercoledì prossimo alle 20.30 presso la sala Barbarani a San Bonifacio, dove verrà illustrato il progetto e inizierà la raccolta di adesioni. Tuttavia, le prime adesioni sono già state formalizzate.
La Cer (a gestione pubblica) accoglie imprese, cittadini, associazioni, fondazioni e parrocchie. È possibile scegliere di essere solo consumatori di energia verde, produttori e consumatori, fornitori di superfici da coprire con il fotovoltaico o finanziatori. L’energia prodotta viene autoconsumata e la quota eccedente viene condivisa sul territorio, ottenendo un riconoscimento economico maggiore rispetto a quanto avverrebbe versando la quota non utilizzata nella rete elettrica nazionale.
Che cos’è la CER di Unicoge
Il presidente di Unicoge, Filippo Randazzo, ha citato un esempio di successo della Comunità energetica rinnovabile (Cer), in cui un’attività produttiva che ha scelto di inserire il proprio impianto all’interno della Cer ha ottenuto dal 10 al 15% in più di energia condivisa rispetto a quanto otterrebbe affidandola alla rete. Gli incentivi pubblici, come i 2,2 miliardi dal PNRR e i 10.500.000 stanziati dalla Regione, dimostrano che questa è la via giusta per la transizione energetica. Inoltre, la forma associativa del progetto alleggerisce gli enti locali per burocrazia, reperimento di fondi e gestione.
Unicoge ha creato la divisione Unicer, dedicata alle Cer che si dovranno strutturare attorno alle 9 cabine primarie che insistono sul comprensorio dei 10 Comuni. Il massimo degli incentivi arriva per le Cer che aggregano utenti afferenti alla stessa cabina, realizzando un impianto fino a 1 Mwp. Per Randazzo, la sfida economica deve essere sostenibile dal punto di vista ambientale e governabile in maniera efficace. Il prossimo mercoledì ci sarà il primo degli incontri pubblici. Durante i quali saranno illustrare alle comunità il progetto e raccogliere adesioni, ma alcune adesioni sono già state formalizzate.
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