In Puglia è allarme siccità, la temperatura è aumentata di oltre un grado e le precipitazioni sono crollate: a rischio le semine.
I cambiamenti climatici stanno comportando importanti stravolgimenti in tutto il pianeta. L’Italia è un paese fortemente esposto, tanto da evidenziare tutte le conseguenze portate dai cambiamenti. Non solo le regioni del nord sono in serie difficoltà per via delle siccità, ma anche il sud, in particolare la Puglia, che sta vivendo un periodo drammatico.
C’è allarme per le semine primaverili di granoturco, soia, girasole, riso e pomodoro. I terreni sono troppo aridi per la mancanza di acqua. Le piogge, infatti, dono drasticamente diminuite, e le temperature mediamente alte dell’inverno hanno reso la situazione ancora più difficoltosa. La temperatura media è aumentata di oltre un grado.
La Coldiretti lancia l’allarme, e prevede una primavera molto difficile. L’inizio delle attività agricole è stato molto delicato, le campagne misurano oltre un grado sopra la media stagionale. Secondo i dati più recenti forniti da Isac Cnr, si sono raggiunti picchi medi di 1,3 gradi. Già lo scorso anno, sempre a causa della siccità, solo in Puglia è andato perduto un terzo della produzione.
Questa regione registra ancora una volta un dato negativo, con semine e raccolti crollati. Il caldo e la siccità stanno facendo abbassare il livello di acqua negli invasi, mettendo a rischio tutte le riserve del terreno. La germinazione dei semi è in grave pericolo per la mancanza di acqua e di umidità nel terreno. Lo sguardo di tutti gli agricoltori è puntato verso il cielo.
Si spera nelle piogge primaverili, anche se la situazione è, in parte, già compromessa, a causa di un inverno mite e secco. Non si potrà mai recuperare il gap di acqua che si è creato nei passati mesi. Ciò preoccupa tutti quanti. Il clima impazzito costringerà tutti noi a cambiare abitudini e stili di vita, e gli agricoltori non potranno fare altro che abituarsi.
L’innalzamento delle temperature, secondo Coldiretti, potrebbe causare una perdita compresa tra il 34% e il 60% dei prossimi decenni, vale a dire la metà di quanto si semina e si produce ora. La mancanza di precipitazioni stanno condizionando le scelte delle aziende agricole, le quali stanno ponendo maggiore attenzione a colture che necessitano di minor acqua.
Insomma, si preferisce puntare sulla coltivazione della soia e del frumento, piuttosto che su quella del mais o del riso. Per le semine si stima un taglio di 8 mila ettari. Occorre intervenire con la creazione di infrastrutture per la raccolta dell’acqua e con l’attuazione di nuove politiche Green. Bisogna adeguarsi la tropicalizzazione del paese, realizzando bacini idrici, vasche di raccolta e nuovi sistemi di irrigazione.
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