L’ululone rischia l’estinzione, corsa contro il tempo per salvarlo

Notizia dell’ultima ora: l’ululone rischia l’estinzione. E’ corsa contro il tempo per cercare di salvarlo in extremis.

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Ulolone – arezzonotizie.it – orizzontenergia.it

Una delle zone paesaggistiche più belle d’Italia è il Pratomagno. Il Pratomagno è una catena montuosa situata nell’Appennino toscano, tra le province di Arezzo e Firenze.

Questo massiccio montuoso è lungo circa 20 km e raggiunge un’altitudine di ben 1592 m con il Monte Secchieta. Si tratta di una zona caratterizzata da un paesaggio spettacolare e da una grande biodiversità, fattori che ne fanno uno dei luoghi più importanti dell’Appennino.

Tra i tanti animali presenti in questa bellissima riserva naturale, ne troviamo uno che oggi purtroppo rischia l’estinzione: l’ululone appenninico.

Per quanto il suo nome possa ricordare quello di una particolare specie di lupo, l’ululone è in realtà un anfibio. Si tratta di una specie simbolo della lotta per la conservazione della natura in questa parte della Toscana.

Questo animale è lungo circa 5 centimetri e deve il suo nome al canto che emette durante il periodo riproduttivo. La sua colorazione della zona superiore del corpo è mimetica, mentre la parte inferiore ha colori accesi che servono a scoraggiare i predatori.

L’ululone è una specie iconica e di rilievo mondiale, inserita oggi nella lista rossa della IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. Oggi la sua vita è messa a serio rischio per via di un progetto voluto dalla Regione Toscana. Scopriamo di più in merito alla vicenda.

Il progetto della Regione Toscana che mette a rischio la vita dell’ululone

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Paesaggio del Pratomagno – Pexels – Orizzontenergia.it

L’ululone è a serio rischio estinzione e ad essere responsabile di questa probabilità non così remota è proprio la Regione Toscana. L’habitat naturale di questo animale è infatti minacciato dal progetto di asfaltatura della panoramica che attraversa la zona, progetto del valore di circa 1,8 milioni di euro.

Le proteste contro questo intervento non hanno tardato ad arrivare e nello specifico ce n’è una guidata dal biologo conservazionista Gianluca Serra, che ha inviato alla Regione una dettagliata relazione sulla necessità di proteggere l’ululone ed altri animali del Pratomagno. L’asfaltatura della strada – secondo Serra e le associazioni che lo sostengono – sarebbe un’assurdità che metterebbe a rischio il fragile ecosistema della zona.

La strada costeggia, infatti, il confine di due Zone Speciali di Conservazione (Zcs), di cui una anche Zona di Protezione Speciale (Zps). Ci sono specie animali e habitat tutelati che rischiano seriamente di essere compromessi dalla mole di persone che porterà la strada. Il Pratomagno è già frequentato da molti visitatori, ma l’asfaltatura della strada porterebbe un afflusso ancora maggiore di turisti, con auto e moto che metterebbero a serio rischio il fragile ecosistema della zona.

Le associazioni e gli esperti coinvolti nella protesta chiedono dunque alla Regione Toscana di fermare i lavori di asfaltatura della strada panoramica del Pratomagno, valutando dunque attentamente gli impatti ambientali che porterà la realizzazione di questo progetto. Inoltre, le associazioni sollecitano la Regione a sviluppare delle politiche di tutela e conservazione del patrimonio naturale della zona.

La questione sollevata dalla protesta contro l’asfaltatura della strada del Pratomagno è solo un altro esempio di come la tutela dell’ambiente e lo sviluppo turistico sostenibile siano temi strettamente connessi. L’incremento del turismo può rappresentare una grande opportunità per lo sviluppo delle economie locali, ma deve essere accompagnato da delle politiche di tutela e conservazione degli ecosistemi.

In questo senso, il coinvolgimento delle associazioni e degli esperti nella tutela dell’ambiente rappresenta un’opportunità per creare un comune accordo tra le esigenze di sviluppo turistico e quelle di tutela ambientale.

È importante che le politiche di sviluppo siano attentamente pianificate, così da poter minimizzare gli impatti ambientali e massimizzare i benefici economici. Solo attraverso un dialogo aperto e la condivisione di obiettivi e visioni comuni sarà possibile creare un futuro sostenibile per le nostre comunità e per il pianeta.

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