Avete mai sentito parlare della pianta dei suicidi? Questa pianta “regala” atroci sofferenze a chiunque la tocchi. E lo sa bene una ciclista…
Andare in bicicletta è un’attività bellissima. Un modo ecologico e salutare pe vedere la città ammirando le tante perle nascoste. E’ bene sottolineare che quando si compie quest’attività è fondamentale utilizzare tutte le precauzioni possibili. E’ fondamentale infatti fare attenzione alle strade e alle buche e soprattutto indossare un casco per evitare danni irreparabili in caso di caduta.
Ma non sempre i rischi sono evidenti come dei sassi sull’asfalto. Non a caso si possono riportare alcuni danni e sofferenze anche cadendo sulle piante. Queste, sebbene possono sembrare una morbida soluzione sulla quale cascare, possono nascondere alcune terribili insidie come la pianta dei suicidi.
Pianta dei suicidi: l’incubo per una ciclista
In pochi conoscono la Dendrocnide moroides, meglio nota come pianta dei suicidi. Se si toccano le foglie di , la sensazione di dolore può essere atroce e durare per mesi o addirittura anni. Ma come mai è stata denominata così? Il motivo è l’intensità del dolore provocato dai suoi peli urticanti, che potrebbe spingere la vittima a pensare al suicidio. I peli urticanti hanno aculei sottili e morbidi, ma altamente pungenti, che possono penetrare sotto la pelle e rilasciare una neurotossina che agisce sul sistema nervoso. E ne sa qualcosa la 42enne Naomi Lewis.
La donna ha vissuto un’esperienza terribile quando è caduta sopra la pianta australiana Dendrocnide moroides, durante una gita in mountain bike a Smithfield. Mentre si trovava in un fosso, ha perso l’equilibrio e si è ritrovata sopra la pianta. Il dolore era così forte che ha raggiunto una soglia insopportabile e ha causato vomito. Il marito ha cercato di rimuovere gli aculei con delle strisce depilatorie, ma il dolore lancinante è durato per mesi, anche dopo una settimana di ospedalizzazione e una lunga terapia antidolorifica e impacchi freddi. La 42enne sente ancora il dolore a nove mesi dall’incidente.
La dottoressa Marina Hurley è una delle maggiori esperte della pianta dei suicidi. Negli anni ’90, ha studiato gli effetti collaterali e le conseguenze delle punture della pianta. Nonostante abbia utilizzato protezioni, ha sperimentato personalmente il dolore provocato dal contatto con questa pianta. Hurley ha descritto la sensazione come una combinazione di dolore acuto e gonfiore doloroso dei linfonodi sotto le ascelle, che sembrano essere schiacciati tra due blocchi di legno. In un articolo su The Conversation, Hurley ha descritto il dolore causato dalla pianta come “la peggiore forma di dolore immaginabile, come essere bruciati con acido caldo e fulminati simultaneamente“.