Il latte (scaduto) diventa plastica, l’alternativa data dalla startup romana

Sai che il latte (scaduto) può diventare plastica? E questa l’alternativa proposta da una startup romana.

latte scaduto utilizzo
Latte versato – Pexels – orizzontenergia.it

Immaginate se con il latte (scaduto) si potesse realizzare della plastica. Sarebbe fantastico, no? Per quanto possa sembrare un’impresa impossibile, in realtà, la trasformazione del latte (scaduto) in plastica potrebbe essere davvero possibile.

La plastica è un materiale che ha rivoluzionato la nostra società, marche stiamo utilizzando in modo decisamente errato, producendo ogni giorno enormi quantità di rifiuti che molto spesso vengono riversati nell’ambiente. Oggi si stima che circa 8 milioni di tonnellate di plastica vadano a finire nei nostri mari ogni anno, causando danni irreparabili all’ecosistema.

SPlastica, una startup di Roma, ha sviluppato un innovativo materiale alternativo alla plastica tradizionale utilizzando lo scarto alimentare del latte scaduto. Il progetto, nato in un laboratorio dell’Università Tor Vergata, ha l’obiettivo di risolvere due problemi globali: lo spreco alimentare e l’inquinamento da plastica.

L’ambizioso progetto di SPlastica

latte riciclo plastica
Bicchiere di latte – Pexels – Orizzontenergia.it

Il team dei ricercatori di SPlastica ha lavorato duramente per anni per perfezionare la formula del materiale, raggiungendo le caratteristiche necessarie per rispettare le normative europee per i prodotti usa e getta.

I ricercatori deciso di utilizzare gli il latte scaduto come materia prima per il loro materiale innovativo. In Italia, infatti, il 2-4% del latte prodotto ogni anno viene quasi sempre gettato via perché scade prima ancora di poterlo consumare, diventando così un rifiuto da smaltire.

La bioplastica sviluppata da SPlastica è dura, biodegradabile e totalmente compostabile, un tipo di bioplastica che quindi non rappresenta alcun pericolo per l’ecosistema marino. Inoltre, è compostabile, ovvero in grado di far crescere nuove piante nutrendo il suolo.

Il passaggio alla produzione di granuli è stato il punto di svolta per SPlastica, poiché ciò ha permesso alla materiale prodotto di essere caricato su delle macchine industriali che trasformano le materie plastiche, producendo così qualunque tipo di oggetto.

Nonostante il materiale sia pronto per essere già piazzato sul mercato, la capacità produttiva attuale della startup è molto limitata. Il team di SPlastica sta quindi lavorando per ampliare il proprio laboratorio, così da accogliere nuovi studenti che con le loro idee possano contribuire all’avanzamento del progetto.

La ricerca di alternative sostenibili alla plastica tradizionale è diventata una priorità mondiale a causa dell’impatto ambientale negativo causato dallo smaltimento inappropriato dei rifiuti plastici.

Le aziende stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza di utilizzare materiali sostenibili e biodegradabili per poter ridurre l’impatto ambientale dei loro prodotti. La bioplastica di SPlastica, dunque, rappresenta un passo avanti nella ricerca di soluzioni innovative e sostenibili per la produzione di materiali.

Inoltre, SPlastica rappresenta una speranza per il futuro di un settore – quello della plastica – che spesso viene associato all’inquinamento e alla distruzione dell’ambiente. Grazie alla loro ricerca e alla loro passione, Gatto e Lettieri – rispettivamente CEO e responsabile di laboratorio di SPlastica – hanno dimostrato che è possibile creare nuove soluzioni che consentono di ridurre i rifiuti e di preservare l’ambiente, senza rinunciare alla qualità e alla funzionalità dei prodotti.

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