Il ritorno dei castori nel nostro territorio è stato un evento positivo, tuttavia, Umbria e Toscana vogliono rimuovere l’animale. Come mai?
Qualche tempo fa avevamo dato la buona notizia del ritorno dei castori nel nostro territorio, da nord a sud. Numerosi esemplari europei erano stati introdotti, salvandoli dall’estinzione. I castori, poi, si sono adattati perfettamente al nuovo habitat, dopo un’assenza di secoli, specialmente nella fascia dell’Italia centrale e meridionale (come nel Molise). Una bella notizia, sicuramente, tuttavia, alcune Regioni non sono d’accordo.
Umbria e Toscana, ad esempio, hanno espresso forti preoccupazioni per la tutela degli ecosistemi locali. Il Ministero dell’Ambiente e Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, infatti, ritengono che il numero di castori presente in queste due Regioni debba essere limitato, per evitare la diffusione di numerose colonie pericolose per l’ecosistema.
Tutela dell’ecosistema locale: ecco perché Umbria e Toscana limitano la diffusione dei castori
Come mai il numero elevato dei castori rappresenta una minaccia per il territorio? Secondo quanto dichiarato da Claudio Barbaro, sottosegretario dell’Ambiente, tanti esemplari di castoro euroasiatico sono stati introdotti illegalmente nel Centro Italia. Significa che il loro ritorno non è stato pianificato in modo corretto, e ciò potrebbe comportare diverse problematiche.
Il numero eccessivo di esemplari di castori in Italia centrale non sarebbe riconducibile a un processo di ricolonizzazione naturale, ma creerebbe un danno all’ambiente stesso. Toscana e Umbria sono chiamate, dunque, a pianificare un intervento per gestire il numero dei castori non autoctoni presenti sul territorio, riducendone le colonie.
Gli interventi, secondo il Ministero, sono urgenti e devono essere applicati al più presto, poiché questi animali hanno un impatto enorme sull’ecosistema locale. I castori, infatti, hanno un impatto molto forte sui corsi d’acqua e sulla fauna animale che abita i corsi d’acqua e le zone limitrofe ai torrenti.
Il loro lavoro nella costruzione di dighe può modificare l’habitat in maniera negativa. La collocazione dei nuclei di castoro presenti in Centro Italia è da ritenere fuori dall’attuale areale naturale della specie, entro la fine dell’estate occorre intervenire riducendone il numero di esemplari. Una mossa corretta?
La presenza di castori non autoctoni rappresenta una minaccia per le specie autoctone, ed è un problema che va risolto. Certo, lo sterminio di animali, anche se definito con il termine di “riduzione delle colonie”, è un atto pur sempre deplorevole e che induce a riflettere. Ma cosa si può fare? Come si può intervenire?