Pianta originaria dell’America tropicale, l’anturio dona eleganza e fascino all’ambiente di casa: scopriamo le caratteristiche e alcune curiosità.
Originaria dell’America tropicale, in particolare della Colombia e dell’Equador, l’anturio, nome scientifico Anthurium Sherzerianum, comprende diverse specie della famiglia Aracee, tutte quante apprezzate come piante ornamentali. Il nome deriva dall’unione delle parole greche “anthos”, ossia fiore, con “ourá”, ovvero coda, per via dell’infiorescenza longilinea e allungata somigliante a una coda lucente.
Si tratta di una delle piante da interni più amate e coltivate. La sua coltivazione è davvero semplice e la fioritura è elegantissima e durevole. Cresce bene anche in ambienti poco illuminati. La spata cuoriforme può essere di diverse colorazioni, come ad esempio rosa, verde o bianca, anche se si trova maggiormente di colore rosso vivo. Il cuore può essere a forma larga o stretta, arricciato e bicolore.
In genere, l’anturio predilige luoghi illuminati, anche se non tollera la luce del sole diretta, specialmente quella del sole estivo, troppo cocente. La temperatura ideale dove tenere il vaso è mite tendente al caldo. Va bene una temperatura compresa tra 19 e 29 gradi, con un discreto livello di umidità. Bisogna fare attenzione agli sbalzi di temperatura e alle correnti, che causano l’ingiallimento delle foglie.
Bisogna irrigare la pianta almeno due o tre volte alla settimana, meglio se versare l’acqua direttamente in un sottovaso, in modo tale che l’anturio possa dissetarsi dalle radici. Il substrato deve essere sempre leggermente umido. Nei mesi freddi, meglio ridurre le annaffiature. Bisogna fare attenzione ai ristagni idrici, che causano marciume e infezioni fungine, perciò meglio posizionare argilla espansa o ciottoli sul fondo del vaso.
Nei mesi caldi, quindi dalla primavera fino alla fine dell’estate, si concima ogni due settimane, irrigando con un prodotto liquido fertilizzante per piante da fiore. In questo modo si favorisce la fioritura e si stimola la crescita delle foglie. Il rinvaso si effettua ogni due anni, quando le radici fuoriescono dal fondo del vaso o affiorando dal terriccio.
La pianta non necessita di potature, l’importante è mantenerla in un ambiente umido e nebulizzare frequentemente durante la stagione calda, ma anche in inverno, se l’ambiente è troppo secco, per aumentare l’umidità. Inoltre, occorre pulire le foglie utilizzando un panno inumidito con acqua tiepida, per rimuovere l’accumulo di polvere.
L’Anthurium può essere infestato da parassiti, come afidi o cocciniglie, o essere attaccato da diverse malattie fungine. Come accennato, meglio evitare sempre ristagni idrici e pulire frequentemente le foglie, lucidandole con l’acqua. In caso di infestazione, è bene somministrare cure naturali, mai prodotti chimici e aggressivi.
Non si segnalano particolari benefici per il nostro organismo, anzi, come accennato, occorre fare attenzione a non ingerire ogni sua parte, poiché è velenosa nella sua interezza. Si rischia un avvelenamento, in caso di ingerimento di grosse quantità, perciò bisogna prestare attenzione in caso ci siano animali domestici o bambini piccoli.
Il genere Anthurium comprende tantissime specie, tutte quante apprezzate per le caratteristiche ornamentali. I fiori di tutte le specie, infatti, sono molto decorativi, ma sono scenografiche anche le foglie. Generalmente, si tratta di una pianta epifita, ossia che utilizza altre piante come sostegno, ma alcune specie sono autonome.