Allevamento sperimentale di lumache: un nuovo sistema promette di rivoluzionare tutto per migliorare qualità e quantità della bava
Le lumache negli ultimi anni hanno avuto un grande boom, in Italia e non solo. Anche nel nostro Paese gli allevamenti di questi piccoli animaletti che si portano dietro la loro casa sono aumentati a dismisura e con essi anche il business che vi ruota intorno. Sono circa 10 i miliardi che nel mondo girano intorno al mercato delle lumache.
Nel Bel Paese giovani imprenditori agricoli hanno intrapreso interessanti progetti di sperimentazione legati alle lumache usate non solo nella gastronomia di qualità ma anche a livello cosmetico. La bava di lumaca, è stato dimostrato, ha proprietà incredibili per la pelle. L’allevamento delle lumache resta un settore ancora da conoscere a fondo però. Non pochi, sono infatti, i problemi che si presentano ma in Italia c’è un progetto che si occupa dell’allevamento delle lumache in modo sicuro ed innovativo. Vediamo di cosa si tratta.
Allevamento sperimentale di lumache: i dettagli
L’allevamento delle lumache è ancora da affinare. Diversi problemi come il clima che non aiuta, la predazione, risultati economici non immediati e molti altri fattori, richiedono un approccio diverso a questo mondo. Ci ha pensato un’azienda siciliana a testare un nuovo sistema, sperimentale, che potrebbe essere in grado di migliorare l’allevamento delle lumache e rivoluzionare tutto il business che vi ruota intorno.
È stato denominato “Sistema di allevamento chiocciole a Celle Modulari Impilabili” (C.M.I.) ed è già stato brevettato. Un’innovazione che punta ad incrementare la quantità e la qualità della bava prodotta. Come? Attraverso un sistema chiuso, simile ad una serra, che prevede l’utilizzo di strutture modulari senza terra e senza vegetazione così da avere la massima sterilizzazione e controllo, isolando l’allevamento dall’ambiente esterno.
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L’organizzazione permette di separare le varie fasi del ciclo produttivo risolvendo così i classici problemi degli allevamenti standard. La serra si compone anche di pannelli fotovoltaici per essere completamente autonoma dal punto di vista energetico e di sistemi ad hoc che si occupano del monitoraggio dell’umidità, della raccolta delle acque, del controllo dell’impianto fotovoltaico, della raccolta statistica dei dati, oltre che della spurgatura e asciugatura. Insomma la sperimentazione è altamente tecnologica ed efficiente, e già da ora promette una grande rivoluzione in questo campo.