Erbe spontanee commestibili da raccogliere in modalità fai da te: te ne indichiamo tre benefiche e davvero molto utili in cucina
Oggi si chiama foraging ma in realtà è una pratica antichissima che è tornata di gran moda in seguito alla maggiore attenzione che si è data alla scelta del cibo ed in particolare all’alimentazione biologica e sostenibile. Parliamo della raccolta delle erbe spontanee, una pratica che l’uomo esercita dalla notte dei tempi e che ora si è rinnovata.
C’è una maggiore consapevolezza nei confronti delle proprietà e dei benefici che le erbe spontanee possono dare ed ecco che si seguono anche dei corsi e si partecipa ad escursioni guidate per raccoglierle e portarle a casa per preparare tante gustose ricette. Oggi nella nostra mini guida te ne suggeriamo tre da non perdere assolutamente.
Erbe spontanee da raccogliere e mangiare: eccone tre
Un’erba spontanea commestibile è la pratolina che può essere mangiata cruda, sfruttando sia le foglie che i fiori. Questi hanno un sapore un po’ amarognolo, possono essere usati per dare colore ai piatti creando delle decorazioni o anche per arricchire diversi tipi di insalate. Le foglie, invece, possono essere mangiate sia crude, proprio nelle insalate, unite ad altre verdure ed erbe spontanee o anche cotte in minestre, zuppe o verdure.
L’aglio selvatico si distingue per i suoi fiori bianchi molto gradevoli alla vista tanto che viene coltivato anche come pianta ornamentale, ha diverse specie ma tutte possono essere mangiate ed in cucina è sempre più ricercato. In particolare, quello napoletano è dolcissimo e sa di aglio. Le foglie tritate sono dei perfetti aromatizzanti grazie al sapore delicato, da abbinare alla carne ma anche a patate, uova, zuppe e brodi. È ricco di proprietà benefiche: è in grado di tenere bassi i livelli di colesterolo, purifica il sangue ed è un anti micotico naturale.
Chiude la triade delle erbe spontanee commestibili, la carota selvatica. Si mangia il tubero ma anche le foglie, queste sono perfette per realizzare ricche insalate, le radici, invece, tagliate a pezzettini, si fanno bollire e possono essere mangiate ad insalata, condite con olio, sale e limone oppure usate come ingredienti di minestre. Non si butta via nulla. In questo caso si usano anche i semi per preparare bevande digestive e liquori.