Quanto inquinamento produce la pubblicità cartacea che ogni giorno ci ritroviamo nella cassetta della posta? Scopriamo le stime.
Ogni giorno, nella cassetta della posta, ci ritroviamo una sfilza infinita di carta. Volantini pubblicitari, depliant, riviste gratuite, pubblicità di supermercati, materiale elettorale, annunci di zona, pubblicità di negozi in apertura, promozioni e molto altro ancora. Senza contare le classiche bollette e raccomandate. Che peso ha tutta questa carta sull’ambiente?
Secondo quanto riferito da alcuni studi, ogni anno si generano, in media, 15 kg di carta pubblicitaria per famiglia. Ogni anno sono oltre 100 miliardi i contenuti cartacei pubblicitari inserite nelle cassette delle poste, l’equivalente di 100 milioni di alberi abbattuti. Sicuramente, ciò determina un danno ambientale davvero elevato.
Tutta questa pubblicità indesiderata rappresenta un grosso problema per l’ambiente, e anche per noi, visto che poi dobbiamo smaltire tutta questa montagna di carta non voluta. Per calcolarne il peso, basta non ritirarla per una settimana, magari essere assenti per una vacanza, e notare quanta ne è stata accumulata in pochi giorni. Tutta roba inutile, che nessuno legge.
Ma allora, a cosa serve? La quasi totalità della produzione di questa carta è assolutamente inquinante, inutile e dannosa, basti pensare a tutto il lavoro che c’è dietro, tra stampe, trasporto, lavoro della carta stessa e distribuzione. Il report fornito da ForestEthics mette in evidenzia le emissioni che questo ciclo genera ogni anno. Praticamente, equivale all’inquinamento generato da quasi 10 milioni di automobili.
Altrimenti, lo si può equiparare all’inquinamento generato da 13 milioni di case con il riscaldamento acceso. Un impatto ambientale che deve essere combattuto, ma in che modo? Prima di tutto, si possono apporre, sulla cassetta della posta, dei cartelli con su scritto “No pubblicità”. Questi cartelli hanno valore legale. I fattorini non possono imbucare pubblicità senza violare la privacy. In tal caso, chi persiste rischia una sanzione.
Ovviamente, la sanzione, in alcuni casi anche una condanna, arriva alla ditta che sta facendo pubblicità, non al fattorino. Inoltre, è possibile iscriversi al Registro delle Opposizioni, comunicando il proprio indirizzo. In tal caso, le aziende non possono consegnare più messaggi pubblicitari agli indirizzi iscritti. Certo, si tratta di piccole contromisure. Il problema, comunque, resta a monte.