I parassiti prosperano per via del cambiamento climatico e a pagarne le conseguenze è la natura. Ecco più pericolosi per gli ecosistemi.
Parassiti e cambiamento climatico vanno a braccetto. In un’epoca in cui il Pianeta è sempre più in difficoltà per via dell’insostenibile azione umana, il riscaldamento globale la fa da padrona con inverni sempre più caldi ed estate sempre più precoci. La siccità domina così la scena con le sue conseguenze negative sulla collettività: molti settori sono in estrema difficoltà, come quello agricolo, nonché gli ecosistemi, ormai alla deriva.
In questo quadro così allarmante ad inasprire la situazione sono i parassiti sempre più presenti. In molte parti del mondo sono i protagonisti spazzando via intere specie. Si tratta di minuscoli microrganismi esotici che attaccano animali e piante, che sembrano proliferare con i cambiamenti climatici.
Tra questi per esempio c’è la cocciniglia tartaruga: proveniente da Messico e Canada, sta aumentando con la sua presenza, mettendo in grave pericolo gli alberi di pino. In particolare sembra che ne stia mettendo molti ko, soprattutto nelle zone dei Caraibi. In Italia la situazione è grave per i pini della Campania e del Lazio.
Questi parassiti, infatti, si nutrono della loro linfa, portando a un declino generale dell’albero e, nei casi più gravi, perfino alla sua morte.
Parassiti e cambiamento climatico: i più pericolosi
Altri parassiti pericolosi che si stanno espandendo con i climi sempre più caldi, oltre ai vampiri dei pini, c’è un insetto molto pericoloso che minaccia le vigne: si tratta del Scaphoides titanus, principalmente insediato in Toscana, anche se ne sono state trovati degli esemplari a Ischia. Si tratta di una specie di cicala dorata, originaria dall’America Settentrionale, che dagli anni Sessanta è approdata in Europa. È nota per vivere a spese delle viti, attaccandole e comportando danni irreversibili.
Nell’elenco degli altri parassiti c’è poi il bostrico tipografo, coleottero di piccole dimensioni, che si sedimenta sulle piante più deboli attaccandole. In Italia è stato avvistato nelle zone delle Alpi e dell’Appenino: è talmente aggressivo da riuscire a colonizzare boschi interi dopo eventi climatici estremi. Emblematico il caso della tempesta di Vaia, accaduta nel 2018, a seguito della quale è insorto attaccando le piante, insinuandosi dagli abeti rossi.
Altra situazione estrema è quella dei ricci di mare: negli ecosistemi degli Stati Uniti e dei Caraibi questi si stanno estinguendo in massa per via un parassita molto pericoloso.