Cannoni sparano nuvole bianche: l’idea sulla quale stanno dibattendo gli scienziati. Una pratica strana ma efficace, almeno sulla carta
Ridurre la produzione di anidride carbonica è il principale obiettivo da raggiungere nei prossimi anni. Gli scienziati da un lato ed i realizzatori dall’altro sono alleati nel cercare soluzioni che permettano di contenere l’aumento della temperatura sulla terra e dunque frenare il cambiamento climatico ed i suoi effetti. Dalle azioni più semplici come piantare più alberi, usare meno l’auto a quelle più innovative come l’uso delle rinnovabili, l’aumento della raccolta differenziata fino ad una vita vissuta nell’ottica dell’ambientalismo.
Affianco alle più note, ormai, strade da seguire, ce ne sono altre che, invece, sono meno alla portata di tutti come catturare la C02 in mare o sottoterra, oppure inserire delle quantità di ferro negli oceani per stimolare la nascita delle alghe, fino ad un meccanismo davvero curioso. Si tratta di speciali cannoni che sparano nuvole bianche. Fantascienza? Assolutamente no, vediamo come funziona.
Tra le tante strade che gli scienziati stanno provando per frenare il cambiamento climatico ce n’è una che sembra strana ma anche molto efficace ed è in fase di test. Si tratta del “cloud brightening”, ovvero lo sbiancamento delle nuvole. Ma in cosa consiste? Si tratta di una tecnica che prevede degli appositi cannoni in mare o alte ciminiere che sparano verso il cielo dell’acqua, in prossimità delle nuvole per lanciare nell’atmosfera delle particelle di sale.
In questo modo le nuvole aumentano la loro dimensione e diventano ancora più bianche e dunque più riflettenti. Perché questo effetto? Per respingere la luce solare e dunque evitare che acqua, suolo e atmosfera si riscaldino ulteriormente contrastando in modo quasi del tutto naturale il riscaldamento. Ci sono però molti dubbi che ci si pone e che quindi vanno risolti.
In primis è quello dei costi: il gioco vale la candela? Le navi e le risorse necessarie per mettere in pratica questa tecnica sono veramente molte. Da valutare, poi, sono i rischi legati a questa pratica e gli effetti collaterali che potrebbe provocare: dall’eccesso di particelle di sale nell’aria che potrebbe influire negativamente sulla salute fino all’aumento delle radiazioni solari. I dubbi, insomma, non mancano e tecniche come queste ci fanno capire che il passo più importante verso la riduzione dell’inquinamento e del cambiamento climatico è il cambio di paradigma al quale siamo abituati.