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Detriti in orbita, la simulazione della Nasa

A seguito di una simulazione della Nasa è venuto a galla l’immenso quantitativo di detriti in orbita che circondano il nostro Pianeta. Eccone i dettagli.

Terra e i detriti che la circondano (Pexels) – Orizzontenergia.it

Il nostro Pianeta racchiude al suo interno bellezze da togliere il fiato. Terzo pianeta in ordine di distanza dal Sole, la Terra è la nostra casa, animata da angoli di incredibile bellezza.

Pianeta roccioso, terrestre e oceanico, dalla forma sferica, le sue splendide visuali lo rendono unico nell’universo. Oggetto di studi costanti, le sue caratteristiche affascinano da sempre l’umanità impegnata secolo dopo secolo a scoprirne le peculiarità.

Proprio a tema Terra è stato dedicato un recente studio della Nasa: si tratta di una simulazione per nulla rincuorante dedicata ai detriti che circondano il nostro pianeta.

Detriti in orbita: la sperimentazione della Nasa

Detriti in orbita – (Instagram @demuffa) – Orizzontenergia.it

Dai tratti apocalittici, la Nasa ha fatto una scoperta inquietante sull’universo e il nostro pianeta. Tramite una simulazione ha ipotizzato quanti detriti orbitino intorno alla Terra: il risultato è piuttosto preoccupante visto che il nostro pianeta sembra essere letteralmente avvolto da un immenso ammasso di detriti spaziali.

Il loro numero ammonterebbe a 30mila secondo quanto scoperto dalle reti che monitorano lo spazio. Le proiezioni futuristiche in merito ai detriti spaziali intorno alla terra mostrano come non siano destinati a diminuire, ma anzi, non farebbe altro che aumentare con lo scorrere del tempo.

A riportare l’inquietante retroscena, che si aggiunge alle tante teorie da brivido sull’universo, è la pagina Instagram di divulgazione “Themuffa”.

Nell’ambito di questo racconto fantascientifico, è stato sottolineato però come le tecnologie di oggi riescano ad apprendere maggiori informazioni a tema detriti. In particolare è emerso come questi principalmente siano residui di missioni nonché detriti di corpi lanciati nello spazio.

Navicella spaziale – (Pexel) .Orizzontenergia.it

Per fortuna, attualmente si stanno mettendo in campo soluzioni più sostenibili, lanciando razzi il cui smaltimento è ideato in ottica di sostenibilità prevedendo come brucino nel momento del loro rientro controllato sulla Terra. Altri invece sono ideati per decadere in modo autonomo dopo 25 anni.

Nonostante questi passi bisognare mettere in campo altre soluzioni per contenere il numero dei detriti spaziali. Il rischio altrimenti è il verificarsi della sindrome di Kessler, fenomeno per cui gli oggetti in orbita hanno una densità talmente alta da far sì che ogni incidente generi altri detriti. Inoltre le orbite spaziali potrebbero diventare molto inospitali.

Virginia Grozio

Classe 1990, giornalista pubblicista. Sono laureata in Scienze Politiche e in Informazione, Editoria e Giornalismo presso l'Università degli Studi di Genova. Da anni scrivo per molteplici testate online e cartacee. Nel mio lavoro da redattrice amo usare le parole per raccontare il mondo che ci circonda. Sono interessata in particolare alle tematiche riguardanti la sostenibilità, la moda e il benessere a 360 gradi.