Un video girato in Tailandia mette i brividi, un’auto sprofonda in una voragine e scompare nel sottosuolo nel giro di pochi secondi.
Se all’inizio del 1800, soltanto due persone su 100 vivevano in città, quindi in aree fortemente urbanizzate, le migrazioni dalle campagne alle città sono aumentate drasticamente a seguito dell’industrializzazione iniziata nella metà del 1800. Oggi, causa della eccessiva urbanizzazione di territori selvaggi e fragili, in città vive quasi la metà della popolazione globale.
Secondo le stime dell’UNPFA, organismo internazionale delle Nazioni Unite, le città sono popolate da circa 3 miliardi e mezzo di cittadini, a fronte di una popolazione mondiale di 8 miliardi. Entro il 2050, la popolazione del pianeta raggiungerà i 9 miliardi, di cui il 60% vivrà nelle aree urbane. Se nei paesi sviluppati, circa il 75% della popolazione è urbana, nei paesi in via di sviluppo, la percentuale si abbassa al 40%. Che cosa comporta l’eccessiva urbanizzazione?
Auto sprofonda in una voragine, i danni al sottosuolo sono causa di molteplici fattori
Il progressivo aumento demografico, la sovrappopolazione indiscriminata, stanno generando una serie di danni sul pianeta. Tra i danni maggiori, come intuibile, troviamo l’inquinamento ambientale, la sottrazione di terreno naturale, con conseguente distruzione di habitat, e una cattiva e incontrollata gestione del territorio. Il grande addensamento di popolazione, le infrastrutture, le tante attività antropiche, determinano elevati potenziali rischi per il territorio.
Il territorio ne risente, a partire dal sottosuolo. Un ambiente urbano presenta numerose pericolosità, con cui bisogna confrontarsi, come ad esempio terremoti, alluvioni, attività vulcaniche, frane. Se oggi le aree urbane occupano il 3% della superficie terrestre, il 75% si sviluppa in aree costiere a forte propensione rischi naturali. Sono tantissime le città che si trovano in aree a elevata pericolosità, le più diffuse si trovano in Asia.
L’Asia è un continente soggetto a forti rischi naturali, catastrofi generati dall’alta densità di popolazione, dalla carenza di gestione del territorio, dalle falle delle reti idriche, dallo sfruttamento scorretto delle risorse. Uno studio condotto dall’Università di Padova, in collaborazione con il Cnr-Irpi e il Cnr-Igg, evidenzia il progressivo abbassamento della superficie terrestre.
La causa di questo lento sprofondamento? Lo sfruttamento del sottosuolo, il quale scatena un disastro immane in molte zone del mondo. Se in Europa, le zone più colpite sono quelle del Mediterraneo, e nelle Americhe le zone più colpite sono quelle centrali, la maggior parte del fenomeno interessa il continente asiatico. Secondi i dati, la superficie terrestre, in alcune aree dell’Asia, sprofonderebbe anche di 20/25 cm all’anno.
Questo sprofondamento (subsidenza) provoca innalzamento del mare, alluvioni e frane nel sottosuolo, come accade nel video postato su Facebook dalla pagina Bitcoin Addict Thailand. In questo caso, la subsidenza, che impatta in queste aree tropicali, genera danni di questo tipo, tanto da riuscire improvvisamente a inghiottire un’auto intera, facendola sprofondare in pochi secondi.
La subsidenza è correlata a variabili geologiche, geomorfologiche, di sfruttamento del suolo e di cambiamento climatico. Il video, girato in Tailandia e postato sui social, mette in evidenza la fragilità di alcune aree e le conseguenze dell’erosione interna nel sottosuolo terrestre.