Andiamo alla scoperta del rabarbaro, la pianta erbacea nota per le sue infinite proprietà benefiche. Impariamo a ricavarne tutte le potenzialità.
Tra i principali doni che potesse offrirci la Natura c’è lui, il rabarbaro. Nome scientifico Rheum rhabarbarum, è una pianta erbacea perenne. Conosciuta da sempre ed apprezzata per i suoi fusti carnosi e commestibili dalle enormi proprietà terapeutiche. I fusti li notiamo subito perché presentano un colore verde scuro o rosso e come forma o consistenza ricordano il sedano.
Il sapore è di tipo acidognolo, ma cambia in base alle varietà della pianta. In cucina ha un enorme spazio visto che può essere impiegata tale pianta per preparare dolci, marmellate e sciroppi. Lungo gambo di colore rossastro, con al vertice grandi foglie, quest’ultime non sono destinate alla cucina. Scopriamo perché il rabarbaro merita di essere introdotto nella nostra alimentazione.
Il rabarbaro è l’alleato principale quando si soffre di stipsi occasionale, ciò significa che la sua azione purgante va usata solo per brevi periodi di tempo. I sennosidi e i reinosidi contenuti nel rabarbaro stimolano la motilità intestinale e questo accelera il transito delle feci. Dall’altra parte, si assiste ad un incremento della permeabilità cellulare che fa aumentare la concentrazione dell’acqua all’interno dell’intestino crasso.
D’altro canto gli antrachinoni e i tannini presenti nel rabarbaro esercitano una duplice azione sul fegato ossia lo proteggono e ne riparano i danni. Secondo alcuni studi infatti l’efficacia degli antrachinoni determina un netto miglioramento sulla fibrosi epatica e sul trattamento di problematiche che se non curate potrebbero compromettere lo stato di salute.
In caso di emostasi, il rabarbaro interviene bloccando il sanguinamento e migliora la viscosità plasmatica, merito del crisofanolo in essa contenuto che accelera i tempi di coagulazione, aumentano le piastrine e promuove la vasocostrizione locale.
Come per ogni pianta, anche per quanto concerne il rabarbaro non bisogna mai fare un abuso nel consumo. Per acquistarlo, basta andare nei numerosi punti vendita ed assumerlo anche sotto forma di integratori. Per non avere cattive conseguenze, si consiglia il dosaggio quotidiano che varia dai 20 ai 50 mg per kg di peso corporeo.