I dati diffusi dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura rivelano quali sono le coltivazioni più diffuse in Italia.
Diffusi recentemente, ma risalenti a qualche anno fa, i dati elaborati dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) rivelano le tre colture più diffuse nel paese. L’Italia è conosciuta nel mondo per la varietà della sua produzione agricola e per l’enorme quantità di alimenti che si ricavano grazie alla coltivazione.
Non a caso, la dieta mediterranea, che fa parte della nostra tradizione, è da sempre presa a modello come dieta perfetta, vista la sua versatilità e la sua varietà. La varietà delle colture è determinata dalle condizioni climatiche e dalla conformazione del territorio. Grazie alla sua forma allungata, il territorio costiero, quello collinare e quello montuoso, l’Italia è attraversata da condizioni climatiche eterogenee.
Non soltanto la struttura del territorio e il clima incidono sulle coltivazioni, ma l’Italia fonde sapientemente le tradizioni agricole di decine di popoli e di culture, essendo stata, nei millenni, il fulcro del mondo. Commercio, innovazioni, arte, infatti, hanno influenzato anche le tecniche agricole, e non è un caso se gli italiani hanno saputo coltivare prodotti non originari del territorio, ma importati anche da molto lontano, facendoli propri.
Basti pensare ai pomodori, un frutto (anche se quasi tutti li considerano ortaggi) coltivato in tante varietà e ampiamente sfruttato nella nostra tradizione culinaria, originario dell’America. Stessa cosa il mais, il peperone. oppure il girasole, diventati tutti, non solo tra le colture più diffuse nel territorio, ma anche tra gli ingredienti più usati in cucina. Tante piante straniere, nel tempo si sono adattate al clima e al territorio italiani, cambiando anche sapore e colore.
Ma quali sono le specie botaniche più coltivate in Italia. Risponde CREA, con una tabella elaborata nel 2018, nella quale possiamo leggere la lista. A dominare in classifica ci sono la produzione di mais, seguita da quella dei pomodori, e poi dalle coltivazioni di frumento duro.