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L’Europa dice stop al greenwashing: di cosa si tratta

L’Europa dice basta al greenwashing: ecco cosa sta mettendo in campo per invertire la rotta e arginare questo fenomeno imperante.

Greenwashing (Pexels) – Orizzontenergia.it

In un’epoca in cui non si sente altro che parlare di cambiamenti climatici, per invertire la rotta in tutto il mondo si mettono in campo azioni volte a contenere le emissioni di anidride carbonica nonché a sensibilizzare la collettività sulle tematiche ambientali.

Se cresce l’attenzione nei confronti del green, l’altro lato dalla medaglia è il fatto che ormai è la sostenibilità va di moda.

Ricorrere a termini ecologici fa tendenza: ma chi li usa è davvero così attento al Pianeta? In questa situazione si inserisce il greenwashion, letteralmente tradotto in italiano ecologismo di facciata, imperante nella società odierna.

Fenomeno molto diffuso, coinvolge in particolare aziende e istituzioni che millantano iniziative dall’animo green allo scopo di aumentare la loro autorevolezza e migliorare la loro immagine, anche se in realtà non hanno nulla di sostenibile.

Greenwashing, l’Europa dice stop: cosa sa succedendo

Greenwashing (Pexels) – Orizzontenergia.it

Il manto da supereroe le aziende lo indossano vestendo un’immagine verde, che nel concreto di verde, però, ha ben poco. Secondo i dati ben oltre il 40% delle aziende che comunicano di essere sostenibili, in realtà lo farebbero solo per la facciata, gettando i consumatori in confusione, convinti di affidarsi a imprese attente all’ambiente, quando in realtà non è così.

Inoltre si creano gravi danni che rallentano il processo globale verso sostenibilità: si continua a inquinare facendosi all’apparenza belli per il fatto di essere green.

Per contrastare questo fenomeno diffuso, l’Ue corre ai ripari introducendo una nuova normativa, finalizzata a contrastare le comunicazioni green che potrebbero essere forvianti. In questa legislazione sono compresi bollini di qualità sostenibile nonché rigide regole per chi fa greenwashing, prevedendo anche sanzioni salate.

“Green Claims” è il nome della nuova legislazione Ue anti greenwashing: entrata in vigore dallo scorso marzo, prevede da parte delle imprese che si dicono sostenibili di provarlo con dimostrazioni concrete. A questa si aggiunge una nuova proposta di Biljana Borzan, eurodeputata croata, volta a prevedere specifiche modifiche alla Direttiva 2005/29/CE, sulle pratiche del commercio sleale, e alla Direttiva 2011/83/UE, relativa ai diritti dei consumatori.

Sostenibilità (Pexels) – Orizzontenergia.it

L’obiettivo di queste misure è arginare una volta per tutte questo fenomeno così impattante che ostacola la transizione ecologica globale. Il marketing verde finito, grazie a queste novità, sarà smascherato, ripristinando così la fiducia dei consumatori nelle aziende. D’altronde comprare un prodotto pensando che sia stato creato da un’azienda green, per poi scoprire che non è così, mina nel profondo il rapporto tra consumatori e imprese.

Gli acquirenti potrebbero essere convinti che sia una prassi diffusa, finendo per essere disincentivati ad acquistare green. Ma ora grazie all’intervento dell’Ue la situazione si sta ribaltando, arginando una volta per tutte il greenwashing.

Virginia Grozio

Classe 1990, giornalista pubblicista. Sono laureata in Scienze Politiche e in Informazione, Editoria e Giornalismo presso l'Università degli Studi di Genova. Da anni scrivo per molteplici testate online e cartacee. Nel mio lavoro da redattrice amo usare le parole per raccontare il mondo che ci circonda. Sono interessata in particolare alle tematiche riguardanti la sostenibilità, la moda e il benessere a 360 gradi.