Ricci di mare ed il fermo: periodo molto delicato per la specie. Questo il motivo di una legge ad hoc per tutelarli. Di cosa si tratta
C’è chi li adora fin da bambino, chi non li ha mani mangiati e chi, invece, non ce la fa proprio a mandarli giù. Preferenze personali a parte, rappresentano una vera prelibatezza del nostro Paese, un must dell’italianità che molti ci invidiano ma per i quali bisogna prestare molta attenzione. Parliamo dei ricci di mare, un gioiello naturale che si trova nei nostri mari ma che è costantemente minacciato dalla pesca intensiva e dal mercato nero.
I ricci di mare costituiscono una specie marina che soffre, negli ultimi tempi i numeri si sono ridotti in modo concreto e nonostante le molte azioni create per tutelarli si fa ancora fatica a difenderli in modo concreto. Questo periodo dell’anno, soprattutto, è molto delicato perché è il momento destinato alla riproduzione dei ricci di mare. Ecco allora che nessuno li può toccare. Vediamo tutti i dettagli.
Ricci di mare ed il fermo per la riproduzione: i dettagli
I ricci di mare si riproducono tra maggio e giugno. Per questa specie marina, si tratta, dunque, di un periodo molto delicato. Ecco perché in questi due mese vige, in Italia, un fermo biologico. Si tratta di una legge del 1995 che regolamenta la pesca dei ricci stabilendo lo stop di tutte le attività di pesca, sia sportiva che professionale per questa specie lungo tutto lo Stivale, indifferentemente tra zone meno o più dedite alla raccolta.
Ma perché questa scelta? Perché la riproduzione avviene senza accoppiamento. I ricci rilasciano in mare gli spermatozoi e le uova e dunque su questo ciclo non bisogna interferire. Per due mesi all’anno queste specie marine dovrebbero essere lasciate libere di sviluppare il loro essere. Chi tra maggio e giugno cerca di pescare rischia sanzioni anche molto salate. I ricci sono stati già ampiamente sottoposti ad una miriade di sollecitazioni da parte dell’uomo e oggi sono molto vulnerabili.
In Puglia, ad esempio, si è corsi ai ripari. La Regione ha stabilito uno stop alla pesca che durerà tre anni. Il prelievo negli ultimi anni è stato massiccio ed il fermo consentirà di farli respirare e di riprodursi in modo più naturale e tranquillo. Non va meglio in altre zone del Paese. Anche in Sardegna si era posto uno stop fino al 2024, la Regione, però, ha poi fatto dietrofront ritirando la scelta precedente.