Tari 2023: tutte le regole sulla tassa sui rifiuti. Un piccolo vademecum per non sbagliare e rimanere indietro con il saldo della rata
Le tasse, in Italia, si sa, non finiscono mai. Tra le tante a cui i cittadini sono chiamati a pagare c’è anche la Tari, ovvero l’imposta sui rifiuti, calcolata in base a delle indicazioni fisse e altre variabili con regole e scadenze che vengono date in deroga ai comuni. Un contributo che famiglie e imprese sono chiamati a dare per lo smaltimento dei rifiuti.
Negli ultimi anni grazie alla raccolta differenziata e alle sue buone performance questo tipo di imposta, soprattutto nei comuni definiti ricicloni, si è ridotta parecchio con diversi sgravi per i cittadini. Ora però, è tempo di pagare per il 2023 e dunque è bene tenersi informati per non rimanere indietro con quote non saldate. Vediamo chi paga, come si calcola la Tari 2023 ed entro quanto bisogna pagarla.
Come anticipato la definizione completa della Tari è in deroga ai singoli comuni che possono scegliere scadenza e divisioni delle rate per il pagamento. Questo, infatti, non avviene, in un’unica soluzione ma in due o più rate. Le scadenze sono fissate con delle date stabilite dai comuni, con un saldo semestrale o più dilazionato che prevede tre o quattro rate in un anno.
Le realtà che prevedono due rate dovranno pagare la prima entro giugno, quelle che ne prevedono tre avrebbero dovuto già pagare la prima entro aprile, dare un secondo acconto a fine di luglio per completare il pagamento entro la fine dell’anno. Queste alcune delle nuove definizioni stabilite a partire dal 2021 anno in cui la tassa è stata aggiornata eliminanzao, ad esempio, le quote suoi rifiuti speciali.
In generale la cifra da pagare per la Tari viene stabilita tramite una quota fissa che si somma ad una variabile data dal numero che dipende dal nucleo familiare e dalle caratteristiche dell’immobile in cui si abita. Ma chi paga la Tari 2023? Il proprietario dell’immobile che vive in quella casa e dunque che produce i rifiuti o chi abita quell’immobile e ne fa uso. Se si è in affitto il pagamento della Tari spetta a chi vi risiede e non al proprietario che in questo caso non ne fa uso. Una specifica, questa da tenere bene a mente, che spesso crea diversi problemi tra affittuari e proprietari.