Un nuovo s.o.s. è stato lanciato tra Campania e Basilicata per la peste suina. Una situazione allarmante che non è rimasta impunita. Ecco i provvedimenti.
Che noi siamo mangiatori di carne non vi è dubbio. I derivati di origine animale sono tantissimi e che piaccia o no, contribuiscono a fornire un ottimo apporto proteico. Nonostante questo ruolo importante della carne nella nostra alimentazione, sono sempre piu’ le persone che decidono di intraprendere un percorso vegetariano, uno stile di vita che non contempla il consumo di carni.
Non entriamo sul merito su tale scelta, se sia corretta o errata. Ognuno nella propria vita segue il regime alimentare adatto. Chiaramente va precisato che una cosa che certamente è errata e nociva per la nostra salute è il consumo di carni viziate. Quando questo avviene è un vero e proprio allarme che dev’essere risolto.
Una situazione incresciosa è quella che si sta vivendo ultimamente in due regioni della nostra penisola: Campania e Basilicata. Cos’hanno in comune? Sono stati rilevati casi di peste suina africana. Dei veri e propri focolai che vanno calmati e impediti di diffondersi. Sulla faccenda – data la loro potenziale pericolosità – è intervenuta anche la Commissione europea.
L’organo ha delimitato come zona infette anche i Comuni più vicini quali Grumento Nova, Lagonegro, Moliterno, Paterno e Tramutola. Al lavoro la Regione Basilicata, Vito Bardi andrà ad emanare un’ordinanza per disciplinare la delicata situazione patita nei comuni appena menzionati. Nella zona infetta sarà fatto divieto di movimentazione dei suini e saranno intensificati i controlli sulle carcasse dei cinghiali.
Chiaramente un’attenzione particolare che viene posta anche a livello nazionale, solo così sarà possibile avere un quadro chiaro della situazione. Attivi anche i veterinari che procederanno al controllo a tappeto degli allevamenti di suini. Nei restanti territori i suini potranno circolare liberamente ma solo previo visto dei veterinari che attesta la genuinità della loro carne.
Nell’ambito di queste attività dal gennaio 2022 ad oggi in Basilicata gli addetti hanno sottoposto a controllo circa 500 carcasse di cinghiali morti a seguito di incidenti stradali e 100 suini morti in allevamenti. Su questi sono stati attivati tutti i controlli del caso, estesi altresì agli allevamenti di riferimento. Controlli che hanno dato esito negativo.