L’elefante marino effettua solo 2 ore di sonno: il dato esito di uno studio unico nel suo genere a cui si è cercato di dare una risposta
Il sonno è un aspetto importantissimo per la vita, degli uomini come degli animali. Permettere al corpo di riprendere le forze dopo le fatiche giornaliera è cosa non da poco. C’è però chi soffre di insonnia avendo esiti pesanti sulle proprie giornate e a chi bastano anche solo due ore di sonno per correre veloce e sfuggire ai predatori.
È il caso dell’elefante marino che in mare aperto si riposa solo per due ore. È questo quello che gli studiosi hanno osservato con grande attenzione per cercare di capire a cosa sia dovuto questo comportamento quando l’animale effettua lunghi spostamenti in mare aperto. Una strategia per non lasciarsi acciuffare dai suoi predatori? Vediamo nel dettaglio le conclusioni alle quali sono arrivati alcuni ricercatori dell’Università della California.
L’elefante marino e le 2 ore di sonno: lo studio
Lo studio condotto sull’elefante marino è davvero molto particolare. Si tratta del primo in assoluto effettuato sul sonno di un mammifero marino. Non è stato facile condurlo per i tecnici e gli specialisti che hanno lavorato al progetto. Per capire e studiare le abitudini del sonno dell’animale è stato utilizzato uno speciale apparecchio che di solito viene usato per testare il riposo dell’uomo.
In questo caso si è impermeabilizzato il dispositivo per applicarlo agli elefanti marini, in modo da resistere alla pressione ma senza perdere la grande sensibilità che serve a percepire le onde cerebrali. In questo caso un ulteriore ostacolo è stato quello di oltrepassare lo spesso strato di grasso che questi mammiferi marini hanno.
Lo studio ha rivelato non solo che l’animale dorme all’incirca due ore nell’arco di una giornata quando effettua lunghi viaggi in mare ma nemmeno in modo consecutivo. È come se avvenissero dei micro-pisoli nell’arco della giornata, ognuno dei quali dura meno di 20 minuti. Il sonno avviene ad una profondità che varia dai 90 ai 300 metri. Secondo gli studiosi che hanno condotto la ricerca questo comportamento apparentemente strano è frutto, invece, di una precisa strategia difensiva. Si comportano in questo modo gki esemplari per sfuggire ai loro predatori come squali ed orche che a quelle profondità, di solito, non ricercano mai le loro vittime.