Smaltire l’amianto in sicurezza: cosa è necessario fare in Italia e per quale motivo. Il focus su un argomento molto delicato ma necessario
L’amianto è uno di quei materiali molto pericolosi che oggi non si usano più perché messi al bando ma che comporta ancora molte problematiche, legate all’ambiente e alla salute dell’uomo. Smaltirlo significa farlo in modo accurato e soprattutto sicuro per poi bonificare l’aria. Una decisione presa quasi 30 ani fa quando l’Italia è stata tra i primi Paesi a dire basta all’amianto.
Con la legge 257/92 si è stabilito il divieto assoluto di utilizzo di questo pericoloso materiale che oltre che danni ambientali ha causato anche diversi morti e tutt’ora ne provoca. Il grande problema, come accennato, resta lo smaltimento in particolare quando l’amianto viene trovato nelle strutture delle case o abbandonato nei boschi. Vediamo qual è la questione al momento.
Sebbene molto si sia fatto per eliminare l’amianto dalla nostra Italia con 7.905 siti completamente bonificati, molto resta ancora da fare. Circa la metà ha avuto una bonifica parziale e se si guarda al totale delle zone interessante dalla presenza del materiale i numeri aumentano. Sono, infatti, oltre 100 mila i siti lungo lo Stivale ad essere contaminati per un totale di 32 milioni di tonnellate di amianto.
Ma come avviene lo smaltimento? Attraverso alcune realtà che sono deputate a fare solo questo ed in totale sicurezza, specializzate nel trattamento dei rifiuti speciali e pericolosi. L’appello arriva proprio da queste realtà che si rendono conto che è necessario, ora più che mai, reperire delle nuove aree dedicate al conferimento di questo tipo di rifiuti per monitorarli nel modo corretto e lentamente smaltirli.
Gli spazi in queste situazioni sono essenziali in quanto consentono di effettuare un trattamento più accurato e sicuro e dunque di aumentare anche la quota dei rifiuti di amianto da smaltire. Uno spunto di riflessione che permette di capire quanto sia importante ed urgente, anche se delicato, affrontare la questione dei rifiuti pericolosi e della loro dismissione, pensando non solo all’amianto ma anche ad altri tipi di scarti come quelli radioattivi che da qui a qualche anno potrebbero diventare i nuovi “problemi” dello smaltimento.