L’albero del diavolo: una pianta dall’aspetto molto particolare ma anche veramente pericolosa per l’uomo. I dettagli su questa specie
Le piante per noi uomini sono, nella maggior parte dei casi, una vera salvezza. Producono per noi ossigeno permettendoci di vivere sulla terra ma anche di eliminare le sostanza cancerogene dall’aria, senza poi contare quelle commestibili di cui possiamo cibarci, altro aspetto che ci assicura la sopravvivenza. Non sempre è così però: sappiamo bene che esistono alcune specie che sono molto velenose.
Dai funghi alle erbe spontanee. In questi casi, quando si fa la raccolta, è necessario essere esperti conoscitori di questo campo o farsi accompagnare da chi se ne intende per non incorrere in veri guai. Sapevi che tra i vegetali c’è anche un albero molto pericoloso per l’uomo? Viene chiamato albero del diavolo proprio perché è velenoso ed i suoi semi possono anche uccidere. Vediamo alcune caratteristiche e dove si trova.
L’albero del diavolo cresce in alcune zone della Tanzania e qui, nel territorio, è considerato una specie molto invasiva. Si tratta di un nome dato dai locali proprio per la sua pericolosità. In gergo, la pianta, prende il nome di Hura crepitans, appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae e originaria delle regioni tropicali del Nord e del Sud America.
Si tratta di un albero sempreverde in grado di raggiungere anche i 60 metri d’altezza. Il suo aspetto è molto particolare e di certo attira l’attenzione al primo colpo. Il suo tronco, infatti, è interamente coperto da spine che sono velenose, motivo, questo, che ha spinto gli americani a dargli il nome di “monkey no-climb” in quanto le scimmie si tengono ben alla larga da questa pianta.
Oltre alle spine, anche la linfa dell’albero è velenosa, tossica sui pesci, mentre sulla pelle dell’uomo causa irritazioni ed eruzioni cutanee. Da evitare il contatto con gli occhi in quanto la pericolosità della linfa può condurre addirittura alla cecità temporanea. I frutti dell’albero del diavolo non sono da meno. Assomigliano a delle piccole zucche in spicchi, mangiarne anche solo uno di questi crea crampi, diarrea e vomito.
Aumentando le dosi, gli effetti collaterali ovviamente diventano molto più accentuati creando convulsioni, deliri portando anche alla morte. I popoli amerindi usavano la linfa di questo albero per rendere le frecce velenose per una caccia più incisiva e dunque più proficua.