Garantire la sicurezza della fauna marina è imprescindibile per salvaguardare i nostri mari e il Pianeta, ma qual è il peso degli impianti eolici offshore che grava sul mondo marino? Approfondiamo nel dettaglio come funzionano questi sistemi e il loro impatto.
Il tema dei cambiamenti climatici è all’ordine del giorno. D’altronde stiamo vivendo in un’era in cui l’inquinamento la fa da padrone, portando al proliferare delle emissioni di Co2: il risultato è un Pianeta sempre più in difficoltà, colpito da temperature roventi ed eventi climatici estremi, tra alluvioni, siccità, innalzamento dei mari e desertificazioni.
Per invertire la rotta, i governi a livello globale le stanno mettendo in campo tutte, trovando delle alternative più sostenibili per i processi produttivi. La transazione energetica è il focus del momento: in questo quadro un forte peso è ricoperto dall’eolico. Si tratta di una fonte di energia pulita su cui si punta sempre di più: pensiamo come nel 2022 questa, in sinergia con quella solare, ha permesso di soddisfare il 12% dell’elettricità del globo.
Tra i vari impianti eolici spicca un particolare sistema: si tratta dei sistemi offshore, che tuttavia sono finiti al centro del dibattito per un motivo ben preciso. Scopriamo maggiori dettagli della vicenda.
Gli impianti eolici offshore non fanno altro che sfruttare il vento e la sua energia cinetica che permette di far spostare le pale: si attiva così un movimento che alimenta un generatore capace di creare elettricità.
Questo sistema ha il pregio di avere un basso impatto sull’ambiente e quindi di non inquinare. Inoltre produce energia pulita sfruttando il vento, risorsa naturale rinnovabile (ecco un’importante novità che porta in Europa il più grande parco eolico). Collocabili anche in mare, in questo ambiente ne esistono di due tipi quali quello a fondale e quello galleggiante.
Tuttavia questi impianti celano un contro che è oggetto spesso di dibattito. Le critiche mosse verso questi sistemi riguardano la fauna marina che sarebbe messa in pericolo (un po’ come il caso degli uccelli per gli impianti posti in mezzo al verde).
Pesci e microrganismi che nuotano nei pressi delle pale possono davvero vedersela brutta. Emblematico di questo è il caso delle balene: nove esemplari negli ultimi due mesi sono stati spiaggiati sulle coste del New Jearsy e della Grande Mela proprio per via di un parco eolico offshore immenso dell’area.
Secondo le prime ipotesi lo spiaggiamento di cetacei sarebbe accaduto in quanto questi animali si sarebbe spaventati per via dei rumori delle pale, scappando per poi arenarsi sulle spiagge.
Il dibattito è aperto (qui trovi un approfondimento su altri rischi che celano le pale eoliche). Per molti questa fonte di energia rinnovabile non va bene, visto che rappresenta una minaccia per la fauna marina.