Degli imprenditori messicani sono riusciti a creare una particolare pelle, derivante dalle foglie di cactus: l’inizio di una nuova era?
L’idea di due imprenditori messicani ha lasciato tutti di sasso. Nessuno avrebbe scommesso sul progetto, e invece gli esperimenti hanno dato esiti molto positivi. Utilizzando le foglie dei cactus, è stato possibile creare una particolare pelle di origine vegetale. È ecofriedly, quindi sostenibile, si ricava e si lavora facilmente, è resistente e, sopratutto, non comporta l’uccisione di animali.
Adrián Lôpez Velarde e Marte Cázarez sono riusciti in un’impresa incredibile, grazie a una tecnica di lavorazione davvero originale, che ha permesso loro di creare una pelle vegetale, del tutto simile a quella animale, chiamata “Desserto”. Il tutto, utilizzando le foglie dei cactus, piante grasse tipiche delle aree desertiche del Messico. Il cactus potrebbe salvare miliardi di animali innocenti.
L’inizio di una nuova era: la pelle di cactus sarà il futuro dell’abbigliamento?
Non è la prima volta che si riescono a creare tessuti tramite la lavorazione di vegetali. Ad esempio, in Sud Italia c’è un’azienda specializzata sulla lavorazione delle bucce di arancia per la creazione di tessuti, oppure, in Indonesia, c’è una azienda tutta al femminile che crea abiti grazie all’impiego della soia. Ora è la volta della pelle di cactus, pianta grassa popolare per la sua superficie molto spessa e per le sue affilatissime spine.
Come affermano gli imprenditori, grazie allo spessore e alla consistenza della superficie del cactus, è possibile simulare la pelle animale, per questo hanno iniziato a usarlo per creare i loro abiti. Le prime sperimentazioni del Desserto hanno subito dato risultati positivi. Si tagliano le foglie mature della pianta, si ripuliscono e poi vengono frantumate.
Dopodiché, sono lasciate ad essiccare al sole per diversi giorni, vengono tinte con colori naturali e poi lavorate, diventando così un ottimo tessuto sostenibile e biologico. Il settore della moda dovrebbe prendere spunto da queste innovazioni, e unirsi per combattere lo sfruttamento animale, come nel caso del Pinãtex, un tessuto ricavato dalla lavorazione delle bucce dell’ananas.
Certo, c’è da considerare che i tessuti in pelle che utilizziamo tutti i giorni sono derivanti dagli scarti dei prodotti destinati all’alimentazione. Significa che il problema resta a monte, ossia nell’industria alimentare, negli allevamenti di animali destinati al macello, e di tutto ciò che ruota attorno al consumo di carne. Tuttavia, iniziative del genere sono certamente lodevoli.
È la strada giusta su cui proseguire. Ogni settore della nostra società è concatenato, basta modificarne uno soltanto per dare inizio a nuovi percorsi. È un po’ come buttare giù una tessera del Domino, si genera un effetto e il resto viene da sé. Speriamo che questo sia soltanto l’inizio di una nuova era, e speriamo che, nel prossimo futuro, tante vite saranno risparmiate.