La regola del 3-30-300 rappresenta un’innovazione sulla scena della gestione urbanistica. Un’invenzione che guarda al rapporto tra uomo e natura. Scopriamo da vicino di cosa si tratta e il perché è tanto importante.
Che uomo e natura siano strettamente connessi è una certezza, ma questo rapporto non è sempre semplice. Il mondo naturalistico è la casa dell’umanità, oggetto di costanti studi nei secoli. Fin dai tempi dei primitivi, ci si interroga sulla vastità della natura, cercando di capirne peculiarità e misteri. Se nel tempo molto è stato scoperto, tante sono le domande che restano tuttavia senza risposta.
Eventi come le catastrofi naturali negli anni non hanno fatto che complicare ulteriormente il rapporto tra noi e l’ambiente circostante. Per non parlare del fatto che ormai l’uomo sta sempre più minando il Pianeta, in ginocchio per via delle sue produzioni insostenibili: le emissioni di anidride carbonica prodotte sono inarrestabili non facendo altro che peggiorare le condizioni del Pianeta. Cambiamenti climatici, riscaldamento globale ed eventi climatici estremi sono solo alcune conseguenze di questo quadro allarmante.
Per invertire la rotta, non manca l’azione dei governi mondiali volta a rendere più sostenibile l’agire dell’uomo. Come non mancano iniziative dall’animo green: tra queste spicca una particolare creazione che ha visto la luce grazie alla professore Cecil Konijnendijk van del Bosch. Docente presso l’università della British Columbia ha dato vita alla regola 3-30-300, grande innovazione riguardante la gestione degli spazi urbani. Scopriamo più nel dettagli di cosa si tratta.
La regola del 3-30-300: che cos’è e come funziona
La gestione degli spazi verdi urbani è di primaria importanza. Ormai nelle grandi città le aree verde sono sempre più esigue, portandoci a vivere immersi nel cemento, circondanti da ambienti grigi.
Per invertire la rotta arriva la regola 3-30-300 che punta ad arricchire le città di vegetazione: l’obiettivo è quello di ripristinare il rapporto tra uomo e natura anche nei centri più costruiti.
D’altronde alla sola vista di un alberto il buon umore sale (qui trovi un approfondimento sui benefici del verde in città): secondo la regola del professore Cecil Konijnendijk van den Bosch ogni cittadino dalla propria casa dovrebbe poter vedere almeno tre alberi. Questo sarebbe un toccasana per la nostra psiche e per il nostro benessere, riducendo anche l’inquinamento dell’atmosfera.
Grazie a questa regola si dà un nuovo slancio al verde urbano, creando quartieri più alberati e migliorando la vita delle città: unica accortezza nella creazione di questo ambizioso progetto è quella di collocare gli spazi verdi distanti tra di loro almeno di 300 metri.