Transizione energetica: cosa c’è da fare nel corso di questo anno e nei prossimi per frenare la crisi climatica. La lista degli obiettivi essenziali
Oggi sentiamo continuamente parlare di transizione energetica e di obiettivi per il futuro, ma sappiamo veramente di cosa stiamo parlando? Di pratiche quotidiane che tutti dovremo attuare per dare un ulteriore impulso alla decarbonizzazione preferendo la strada delle energie green e rinnovabili. Non si tratta solo di belle parole ma di azioni concrete che oggi sono quanto di più urgente ci sia.
Ma perché tutto questo? Per cercare di contenere la temperatura sulla terra senza superare, lo ricordiamo, il grado e mezzo in più che già da tempo è stata raggiunto. E’ necessario, dunque, fare affidamento a strategia non del futuro ma già disponibili, che consentino ora di agire in modo diverso per contrastare il surriscaldamento globale. Vediamo quindi insieme quali sono questi obiettivi e come possono essere raggiunti in breve tempo.
Sono diversi gli obiettivi da raggiungere nel 2023 per la transizione energetica. In vetta ci sono le rinnovabili, già ampiamente sviluppate ma ancora da sostenere e incoraggiare: la quota da raggiungere è il 70% entro il 2030. Si deve dunque incrementare l’eolico ed il solare, una meta del tutto fattibile, dicono gli esperti, se si continua a mantenere l’accelerazione raggiunta fino ad ora.
Nella stessa linea va il netto taglio alle fonti fossili. Per non superare l’1,5 gradi della temperatura, è necessario sfalciarle circa il 40% nel corso di un decennio e dunque il 6% all’anno. Queste consente, ovviamente, di dare un taglio anche alla produzione di gas serra che devono essere abbassati di quasi la metà rispetto ad oggi riducendo al minimo il ricorso alle tecnologie che ancora oggi utilizzano le fonti fossili.
Una menziona a parte la meritano le emissioni di metano, climalterante per eccellenza. Tagliare queste emissioni significa dare un netto freno alla crisi climatica nel brevissimo tempo con risultati davvero significativi. Per restare entro la linea dei 1,5°C entro il 2030 servirebbe meno del 34% delle emissioni intervenendo su tantissimi aspetti della vita: dai rifiuti all’agricoltura e l’allevamento, fino alla produzione di energia.