I fertilizzanti alternativi sono il futuro dell’agricoltura sostenibile: a queste opzioni l’Ue ha dedicato un nuovo progetto. Scopriamo di cosa si tratta.
Il mondo dei fertilizzanti è ricco di soluzioni di ogni tipo, tra cui spiccano quelli alternativi. Si tratta di valide opzioni che si affiancano a quelli convenzionali che racchiudono al loro interno non pochi problemi. Tra questi ci sono i danni sull’ambiente e il fatto che non sono risorse così sicure come ha dimostrato il conflitto tra Russia e Ucraina che ha fatto schizzare i loro prezzi. Proprio per questo trovare delle alternative a quelli classici è la cosa migliore per il futuro del comparto agricolo e in ottica di sostenibilità.
In questa direzione si inserisce il progetto Fer-Paly: si tratta di un’iniziativa firmata dall’Ue che ha lo scopo di studiare i fertilizzanti alternativi e il loro impatto positivo in termini di economia circolare. Scopriamone i dettagli.
Il progetto Ue Fer-Paly è una novità assoluta che vede protagonisti i fertilizzanti alternativi. Finanziato con i fondi del programma Horizon Europe, questa iniziativa ha l’obiettivo di promuovere questi fertilizzanti che dovranno sostituire quelli chimici.
Approvvigionamento delle risorse in modo indipendente, economia circolare e salvaguardia ambientale sono i tre pilastri alla base di questo progetto.
Progetto in cui sono coinvolti in presa diretta gli agricoltori che dovranno compilare dei questionari allo scopo di capire il loro punto di vista su questi fertilizzanti. Non mancherà anche il parere degli enti competenti che troveranno le soluzioni migliori allo scopo di rendere l’agricoltura dell’Europa più green grazie a questi fertilizzanti.
Ricorrendo a queste soluzioni si potrebbe avere terreni molto più sani, in particolare arginando la contaminazione di acqua e suolo e riuscendo anche a ridurre le emissioni prodotte ogni anno dal settore agricolo.
Inoltre si potrebbe avere nuovi fonti di approvvigionamento, riducendo le importazioni di fertilizzanti tradizionali del 20%. Tutto questo proteggerebbe gli ecosistemi, incentivando inoltre la bioeconomia.
Quindi il nuovo progetto Ue potrebbe davvero migliorare il comparto: il suo impatto è talmente rilevante che in molti hanno aderito all’iniziativa. Tra questi non manca all’appello Coldiretti che da tempo spinge sui fertilizzati del digesato, creati con scarti zootecnica, che non richiedono i prodotti sintetici per la loro concimazione.