Una situazione in bilico ormai da troppo tempo, i rischi per l’ecosistema sono gravissimi, ma a che punto siamo?
Sono tante le situazioni in bilico nel nostro bel paese per quel che riguarda la tutela dell’ambiente e una di queste è senza dubbio quella della discarica di bussi sul tirino. Questa area situata tra le verdi distese dell’Abruzzo, tra chiedi e Pescara, ospita al suo interno oltre 9 km in cui le rigogliose colline nascondono sotto il loro aspetto brillante un amaro segreto. Diverse analisi hanno infatti rivelato una preoccupante concentrazione di sostanze altamente pericolose come arsenico, piombo e mercurio ben al di sopra dei limiti massimi consentiti, una situazione pericolosa figlia dell’inesorabile avanzata della produzione industriale avvenuta durante il ventesimo secolo su questo territorio.
In questo territorio l’abuso industriale ha colpito in maniera particolarmente dura, soprattutto per quel che riguarda la gestione dell’imponente discarica di Bussi sul Tirino, sulla quale hanno operato diverse società negli anni, culminando con l’acquisizione dell’area da parte del gigante Solvay nel 2002 seguito nel 2016 da quella della società chimica Bussi.
Dopo anni di gestione incauta, nel 2007 si è aperto un nuovo capitolo di questa triste Saga ambientale, con gli agenti della forestale di Pescara che hanno scoperto una distesa di migliaia di metri cubi di sostanze pericolose sepolte sotto terra a pochi passi dal fiume Pescara.
Tra le sostanze chimiche rivelate erano presenti anche cloroformio, tetracloruro di carbonio ed un infinità di metalli pesanti. Una scoperta che ha innescato un processo legale finito con il rinvio a giudizio di 19 persone con l’accusa di avvelenamento delle falde acquifere.
Nonostante le colpe siano state accertate, però, resta ancora aperto l’interrogativo su quale sia lo stato attuale della bonifica di questo territorio. Nonostante il tempo trascorso, infatti, non sembra che nulla sia stato ancora fatto e secondo alcune fonti, addirittura, pare che non sia ancora stato stabilito con certezza il limite definitivo dell’area inquinata, e senza una precisa identificazione delle aree colpite, i rischi per l’ambiente potrebbero essere ancora altissimi.
Dopo oltre due decenni, quindi, non vi è ancora una soluzione definitiva per la bonifica della discarica di Bussi sul Tirino. In questo contesto di incertezza ciò che non risulta ancora chiaro sono le implicazioni sulla salute di circa 400.000 persone che abitano nella zona e che, per anni, potrebbero aver consumato acqua contaminata proveniente dalla falda.
Una situazione ai limiti del surreale, in quanto la sfida della bonifica della discarica di Bussi sul Tirino non può essere ignorata ancora. Sono tante le richieste per far sì che sia per lo meno implementato un piano d’azione che combini un solido impegno politico per risolvere una crisi ambientale che riguarda tutti noi e non solo le comunità che abitano queste terre e che meritano di vivere in un ambiente sano e sicuro.