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Batterie a sabbia: cosa sono, come si utilizzano e a cosa servono

Avete mai sentito parlare delle batterie a sabbia? Si tratta di un metodo innovativo per immagazzinare energia. Scopriamolo più nel dettaglio.

Batterie a sabbia (Pinterest) – OrizzontEnergia.it

Le batterie rappresentano un elemento chiave nella nostra vita quotidiana, in quanto alimentano una vasta gamma di dispositivi elettronici che utilizziamo regolarmente. Negli ultimi anni, sono state sviluppate molte tecnologie innovative per migliorare l’efficienza energetica e la durata delle batterie. Una di queste soluzioni è stata sviluppata solo l’anno scorso ed è nota come “batteria a sabbia”. La prima batteria a sabbia del mondo è stata installata in Finlandia nel 2022. Attualmente anche altri paesi nel mondo stanno cercando di sviluppare questo tipo di tecnologia.

Si tratta di innovativi dispositivi in grado di immagazzinare l’energia elettrica sovraprodotta da fonti intermittenti, come l’energia solare ed eolica, sotto forma di calore. Questo calore viene poi distribuito verso gli edifici attraverso una rete di teleriscaldamento. Le batterie a sabbia rappresentano una soluzione innovativa per l’accumulo e l’utilizzo efficiente dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Con la loro capacità di immagazzinare e distribuire calore in modo sostenibile, queste batterie contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale e promuovono un sistema energetico più efficiente. 

Batterie a sabbia: come funzionano?

Sabbia (Pinterest) – OrizzontEnergia.it

Il funzionamento di questo sistema di accumulo termico è interessante. Le batterie a sabbia sono costituite da silos di acciaio termicamente isolati, all’interno dei quali è presente una miscela di sabbia e altri materiali, come gli scarti provenienti dal settore edile. Durante i periodi di sovra-produzione energetica, l’energia elettrica in eccesso viene convertita in energia termica attraverso resistenze elettriche che riscaldano dell’aria. Questa aria calda viene quindi fatta circolare attraverso una serie di tubi all’interno dei silos, riscaldando la sabbia contenuta al loro interno. Una volta accumulato, il calore viene inviato a una rete di teleriscaldamento. Di solito, l’acqua calda viene trasportata dalla centrale agli utenti attraverso un sistema di tubazioni in un ciclo chiuso. L’acqua raffreddata torna quindi alla centrale, dopo aver ceduto il calore agli utenti tramite scambiatori di calore.

Ricordiamo che la sabbia ha una notevole capacità termica, che le permette di trattenere il calore e rilasciarlo gradualmente nel tempo. Questo significa che può essere riscaldata a temperature superiori alla temperatura di ebollizione dell’acqua, raggiungendo circa 600°C, e accumulare una quantità significativa di energia. Solitamente, il processo di carica e scarica termica delle batterie a sabbia avviene nell’arco di due settimane.

Deserto (Pinterest) – OrizzontEnergia.it

In Italia, le batterie a sabbia stanno facendo progressi significativi. A marzo 2023, Magaldi Green Energy ed EnelX hanno presentato una nuova batteria a sabbia chiamata Mgtes (Magaldi Green Thermal Energy Storage). Il primo impianto italiano di batterie a sabbia entrerà in funzione nella seconda metà del 2024 a Buccino e fornirà energia termica all’industria alimentare Igi, un fornitore di Ferrero. Il progetto comprende la costruzione di un impianto fotovoltaico e la creazione di una batteria contenente più di 120 tonnellate di sabbia.

Costanza Bordiga

Sono laureata in Scienze della Comunicazione e frequento attualmente una magistrale di Storia. Sono da sempre appassionata di arte, cinema e musica. Scrivo da quando sono piccola e spero di poter continuare a farlo per molto tempo ancora.

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