La qualità della vita nel Bel Paese non è alta come può sembrare, l’ultima recente indagine ha rivelato dei retroscena agghiaccianti
Non arrivano buone notizie sul fronte vivibilità della nostra penisola, l’ultima classifica annuale che elenca le città in cui la qualità della vita risulta migliore, infatti, non ha riservato nessun posto per l’Italia, almeno tra le prime dieci posizioni. Un duro colpo ma, a detta di molti, più che atteso, nonostante il nostro paese si distingua per un livello altissimo di cultura e patrimonio artistico, oltre che un invidiabile gastronomia ed un altrettanto invidiabile livello di ospitalità. Ancora una volta la prima della lista risulta essere Vienna, seguita da alcune città forse inaspettate, ma in linea generale c’è una notizia per la quale potremmo esultare.
Vienna la città più vivibile al mondo, ma la buona notizia è che la qualità della vita generale sta aumentando
Lo studio è stato condotto su un totale di 172 città sparse in tutto il mondo e teneva conto di criteri chiave come vivibilità, assistenza sanitaria, educazione ed infrastrutture disponibili. Tra le prime dieci città della lista, purtroppo, non compare nessuna perla d’Italia, anche se una buona notizia è emersa dallo studio.
Rispetto allo scorso anno, infatti, vi è stato un evidente miglioramento generale della vivibilità in tutto il mondo, con il punteggio medio di 73,2 su 100 dello scorso anno che è stato incrementato di tre punti, arrivando al 76,2 nell’ultima indagine.
A governare la classifica e ancora una volta la città di Vienna, con il suo fascino Imperiale e i suoi monumenti storici ma non solo, la capitale austriaca è infatti anche un faro per quel che riguarda la vivibilità seguita subito da Copenaghen. La lista continua con Melbourne e Sydney in terza e quarta posizione andando avanti con Vancouver, Zurigo, Calgary, Ginevra, Toronto e Osaka.
Nonostante l’Italia sia famosa per le sue bellezze naturali ed il suo infinito patrimonio culturale, la classifica ha tenuto fuori le maggiori città italiane in quanto l’assistenza sanitaria, l’istruzione e l’efficienza delle sue infrastrutture risulta essere particolarmente carente. Purtroppo il riscontro generale sembra essere in accordo con i dati espressi da tale classifica, ma l’assenza dell’Italia può rappresentare un incentivo per migliorare la situazione in futuro.
Il bisogno primario è sicuramente quello di migliorare e sviluppare servizi ed infrastrutture, uno sviluppo in grado di migliorare sensibilmente la qualità della vita, ma allo stesso tempo è fondamentale che l’Italia continui a promuovere quei fattori che la rendono unica, rappresentati da cultura, storia, cucina ed ospitalità.
Siamo certi che con un lavoro minuzioso tornare nella top ten di questa particolare classifica sarebbe possibile, e la speranza è che questo possa accadere in tempi brevi.