Città spugna: l’ultima strategia ingegneristica che dona una nuova configurazione e permette di salvare le città dalle conseguenze degli eventi estremi
Negli ultimi tempi si parla di città spugna, un nome strano, che potrebbe far pensare a tante cose. Si tratta di una strategia ingegneristica che potrebbe aiutare le cittadine a difendersi dagli eventi naturali che sono sempre più estremi e frequenti. Tra questi ci sono le terribili alluvioni, forti e decisamente distruttive soprattutto in seguito a lunghi periodi di siccità, che negli ultimi tempi hanno messo in ginocchio anche il nostro Paese.
Tenerle a freno o anche limitarne i danni. Qualcosa di molto interessante, dunque che potrebbe salvare le nostre città. Ma come? E soprattutto cosa sono? Nel nostro focus ti spieghiamo nel dettaglio di cosa si tratta e come le città spugna potrebbero diventare la salvezza per il prossimo futuro.
Città spugna: tutti i dettagli sul progetto
Il nome stesso, in un certo qual modo, ci dà già un’indicazione sulla loro funzione. Le città spugna sono progettate o riprogettate per assorbire l’acqua piovana o anche quella di piena, nel corso di eventi più copiosi, per poi riutilizzarla. Un modo, dunque per salvare i centri abitati dalle inondazioni e dare loro ampie scorte di acqua per evitare ulteriori sprechi, soprattutto nei momenti di maggiore siccità.
Oggi la maggior parte dell’acqua viene raccolta in alcuni bacini di cemento. Le città, invece, con la conformazione di oggi, hanno ridotto al minimo se non addirittura cancellato la capacità del terreno di assorbire l’acqua e gli altri liquidi. Da questa presa di coscienza nasce l’idea di città spugna che punta a far in modo che questo gap venga sanato.
Come? Facendo in modo che le strutture e le infrastrutture della città ad essere in grado di assorbire le risorse idriche. Le soluzioni sono affidate ai progetti di ingegneria ecologica che prevede l’uso di materiali drenanti per le costruzioni, parchi naturali, bacini di raccolta, tunnel sotterranei e palazzi ricoperti di verde. Per fare in modo che tutto funzioni è necessario una pianificazione urbanistica che preveda un riassetto della città rimuovendo le superfici impermeabili e inutilizzate sostituendole con aree verdi. Sono le radici degli alberi che fanno da spugna in quanto assorbono grandi quantità di acqua rilasciandole con gradualità nel terreno.
Nello stesso tempo, sarebbe importante, cambiare le pavimentazioni di piazze, aree comuni e strade optando per materiali porosi in grado di assorbire anch’essi l’acqua ed evitare accumuli pericolosi. Anche ampliare il verde in generale aiuterebbe anche a combattere il cambiamento atmosferico, riducendo l’inquinamento e a stabilizzare il suolo grazie alle radici profonde delle piante.