Desta preoccupazione l’ultima linea guida scelta dalla Norvegia, per molti non è questa la giusta via da intraprendere
La cura dell’ambiente e la necessità di sopperire alle esigenze sempre maggiori della comunità, stanno portando ogni giorno a compiere scelte più complicate. L’importanza della sostenibilità è di primo grado, ma nonostante questo c’è una nazione che ha recentemente sconvolto tutti con una proposta che ha suscitato preoccupazioni profonde per la salute dell’ambiente.
La Norvegia si trova attualmente in una situazione complessa, nonostante questa nazione sia conosciuta per il suo impegno nella transizione energetica. Tale transizione, tuttavia, non sembra destinata a combaciare con le idee di tutela ambientale che si fanno avanti nel resto del mondo occidentale.
La Norvegia è pronta a deturpare i fondali marini, preoccupazione generale per l’ultima proposta avanzata
Una decisione difficile da comprendere quella della Norvegia, una nazione che si è da tempo impegnata per posizionarsi come leader europeo nel campo della sostenibilità energetica. L’ultima idea avanzata, infatti, è quella di estrarre le materie prime necessarie dai fondali marini, una prospettiva non proprio condivisa, ma che sembra destinata a compiersi nei prossimi anni.
L’estrazione mineraria sarebbe necessaria per trovare i fondi utili allo sviluppo della transizione energetica, un prezzo da pagare per un futuro migliore, ma tale scelta non sembra essere approvata da diverse associazioni. Un esempio è stato l’intervento di Greenpeace, che ha organizzato una protesta contro le attività della compagnia petrolifera Shell nel porto di Haugesund, ad inizio anno.
Ma quella di Greenpeace non è la sola voce critica, anche il WWF ha infatti sollevato dubbi sull’impatto che tale attività possa avere sull’ambiente Marino. Un rapporto del WWF, infatti, ha posto l’accento su come il principio di sostenibilità promosso dalla Norvegia non possa trovare riscontro su attività insostenibili come quella dell’estrazione petrolifera e minerale dai fondali marini.
Nonostante queste preoccupazioni diffuse, tuttavia, le autorità norvegesi continuano ad esplorare queste piste, con il ministro del petrolio e dell’energia del paese che ha dichiarato come queste estrazioni siano assolutamente necessarie per favorire la transizione ecologica a lungo termine.
L’unica rassicurazione arrivata dal governo norvegese riguarda la garanzia che qualsiasi attività di estrazione sarà valutata prima nel dettaglio, per scongiurare effetti negativi sull’ambiente impegnato. Il governo stesso ha riconosciuto che le attuali conoscenze sulle tecnologie di estrazione sono insufficienti per valutare attentamente i rischi, una situazione che lascia tutto in stallo almeno per il momento.
Anche valutare in modo corretto i potenziali depositi e stimare i corretti tassi di estrazione non è semplice quando si parla di fondali marini, proprio per questo la fattibilità di tali interventi sono ancora al vaglio. In un contesto globale in cui si esige un impegno sempre maggiore verso la tutela dell’ambiente, queste scelte della Norvegia vanno in grossa contrapposizione, e la speranza è quella che si possano trovare soluzioni alternative per favorire, allo stesso modo, il transito verso una produzione energetica che sia totalmente innocua per il pianeta.