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Saldi estivi, cosa stai davvero comprando: un sistema tossico che sfrutta l’ambiente

Saldi estivi, è un sistema tossico lo sapevi? Ti spieghiamo le logiche che ci sono dietro questo meccanismo e perché fanno male all’ambiente

Saldi estivi (Canva) – Orizzontenergia.it

Mancano ormai pochissimi giorni ai saldi estivi. Si parte nella maggior parte delle regioni italiane il prossimo 6 luglio e c’è chi sta facendo il countdown da giorni per aggiudicarsi diversi capi a metà prezzo o ad ogni modo a prezzi scontati. Un sistema ormai collaudato che si ripete in estate e in inverno, che permette da un lato ai negozi di eliminare gran parte della merce invenduta e ai clienti di fare acquisti a prezzi ridotti.

Come ormai è risaputo, in questi casi bisogna sempre prestare attenzione ai prezzi iniziali non appositamente maggiorati o ad altri “trucchetti” che mostrano solo uno sconto apparente. Oltre a questo, hai mai pensato quanto questo sistema sia tossico per l’ambiente? Gli acquisti dei saldi che fine fanno, te lo sai mai chiesto? Bisognerebbe ragionare su un meccanismo che non fa altro che mettere ancora più in difficoltà il già fragile ecosistema naturale. Vediamo perché.

Saldi estivi, sistema tossico: il motivo

Acquisti con i saldi estivi (Canva) – Orizzontenergia.it

Nella grande maggioranza dei casi, i capi che si acquistano durante i saldi sono low cost, capi che spesso si deteriorano con facilità ed in breve tempo per via della perdita del colore o anche del tessuto che inizia a rovinarsi. Secondo le stime, infatti, un capo di fast fashion viene indossato solo 8 volte e poi viene buttato. Un meccanismo che non aiuta affatto l’ambiente. 

Altre volte, invece, gli acquisti fatti nel corso dei saldi sono rapidi, impulsivi e poco ragionati, dettati dal momento, dall’enfasi della promozione e dalla gioia di accaparrarsi qualcosa pagato poco. Quando si arriva a casa, spesso quel capo non viene mai indossato perché magari non piace davvero o perché non serve, accorgendosi anche della bassa qualità.

Quanto costa tutto questo? Secondo le stime relative all’anno 2020 perlano di ben 9 metri cubi di acqua, 400 m2 di terreno e 391 kg di materie prime solo per la produzione di abiti e scarpe per un solo cittadino dell’Unione Europea. Cifre astronomiche diventano moltiplicando per tutta la popolazione.

Acquisti in saldo (Canva) – Orizzontenergia.it

Proprio questo ti mostra come il sistema sia del tutto tossico, soprattutto per l’ambiente, sfruttato e sottoposto a ritmi assurdi per produrre e ancora produrre roba che a volte non viene mai indossata o messa solo poche volte e poi buttata. Un circolo vizioso che poi richiede lo smaltimento. Come? Tramite gli inceneritori o la collocazione in discariche.

Francesca Bloise

Giornalista professionista, laureata in Giornalismo e cultura editoriale presso l'Università di Parma, ho coltivato la passione per la scrittura e l'informazione fin dal liceo ed oggi ne ho fatto il mio lavoro. Seguo ormai da tempo i temi legati all'ambiente e alla sostenibilità, in cerca di curiosità sul green e le energie rinnovabili perchè credo che un'informazione inclusiva non possa lascere indietro tutto questo.

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