Arriva il nuovo piano energia del Governo per ridurre le emissioni e per risparmiare elettricità: smart working e settimana corta tra le proposte.
Ridurre le emissioni di CO2 è l’obiettivo prefissato in tutto il mondo. In particolare, l’Europa si sta impegnando tantissimo, rappresentando il continente più Green sul pianeta, tanto che sta incentivando una serie di proposte ecologiche per tutti i paesi UE. Incremento del parco auto elettrico, riduzione degli spostamenti per lavoro, sfruttamento di energie Green, rivoluzione sostenibile in vari settori, come quello industriale e agricolo.
Insomma, si sta spingendo in modo importante verso la transizione ecologica, anche se sono già sorti diversi intoppi, come ad esempio il caso delle “case Green”, cioè l’ammodernamento di tutti gli edifici nel giro di pochi anni, francamente impossibile da attuare, oppure la questione dei motori elettrici, ancora troppo costosi per le tasche di cittadini comuni. Tuttavia, il passo è quello giusto, e ora il Governo preme verso un nuovo piano energetico. Quali sono le proposte?
Le proposte del nuovo piano energia da parte del Governo
Per quanto riguarda la transizione Green e lo sfruttamento delle energie rinnovabili, ne abbiamo parlato diverse volte. L’Europa sta facendo passi da gigante, compresa l’Italia, che ha avuto un’accelerata incredibile negli ultimi 5 anni, anche se resta indietro su più fronti rispetto agli altri paesi della Comunità. Il nuovo piano del Governo, sta premendo su un’ulteriore accelerazione Green.
Si spinge verso case e auto Green e, nello stesso tempo, si punta a diminuire le emissioni di CO2 nell’atmosfera, ancora troppo elevate, soprattutto nelle città. In Italia, poi, abbiamo ancora città troppo inquinate, in questo articolo si può leggere la classifica delle peggiori. Il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha aggiornato il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC).
Bruxelles ha raccolto la nuova proposta italiana. Nel piano proposto per combattere i cambiamenti climatici e l’inquinamento, sollevano grande interesse due fattori: lo smart working e la settimana corta. Per quanto riguarda lo smart working, l’Italia è ancora indietro. Si pensava che la pandemia avesse accelerato questo processo, e invece, fino ad ora, è stata quasi un’occasione sprecata.
Puntare sullo smart working è essenziale, non solo migliora l’ambiente, ma migliora la qualità di vita di tutti i lavoratori, e inoltre, come sottolineano decine di report, comporta condizioni di lavoro migliori, maggiori guadagni ed effetti positivi per tutte le aziende. Grazie allo smart working, infatti, tutte le aziende hanno evidenziato incrementi e benefici, ma un paese vecchio e, in certi casi, retrogrado come l’Italia, si fa fatica ad accettarlo.
Settimana corta, smart working e stipendio minimo: un miraggio?
Accogliere le novità non più che migliorare le condizioni di vita di tutti quanti. Stessa cosa per quanto riguarda il suggerimento dello stipendio minimo garantito, cosa esistente negli altri paesi ma che, inspiegabilmente, non si riesce ad attuare nel nostro territorio, e anche per quanto riguarda la settimana corta.
Già sperimentata da molti altri paesi europei, anche la settimana corta ha dato ottimi risultati, sia in termini di qualità del lavoro che di risparmio energetico. Come spiega Fratin, la settimana corta, unita al lavoro da remoto, riduce gli spostamenti, quindi si inquina meno e si consuma meno energia. In tutto ciò, si devono ancora calcolare come saranno (se lo saranno!) ripartiti i risparmi energetici delle case.
Insomma, c’è ancora molta confusione, senza contare che non c’è unione nel Governo. Tale confusione non fa altro che rallentare l’Italia, lasciandola ancorata a una visione ormai obsoleta del lavoro, dove ci si deve lavorare tutta la settimana, andando in ufficio ogni giorno e ricevendo uno stipendio fermo al 1991, gli unici salari in Europa mai cresciuti in oltre 30 anni.