La natura è in grado di cose strabilianti, questo parassita può allungare la vita, scoperta clamorosa!
A volta le scoperte scientifiche possono essere davvero stupefacenti quanto paradossali. Una di queste riguarda il caso peculiare delle formiche della specie Temnothorax Nylanderi ed il loro rapporto con un particolare tipo di parassita, l’Anomotaenia brevis. Questo minuscolo nemico che attacca questo tipo di formiche potrebbe rappresentare, infatti, una strana benedizione per questi piccoli insetti, una sorta di simbiosi che nel mondo della biologia è divenuta un vero enigma.
Un parassita che allunga la vita delle formiche, scoperta scientifica che potrebbe significare qualcosa di sconvolgente
I Cestodi sono una classe di vermi piatti noti anche come Platelminti, dei parassiti molto conosciuti in ambiente scientifico che comprendono circa 6.000 specie, tra cui anche la Tenia, notoriamente problematica per gli esseri umani. All’interno di questo gruppo esiste però un parassita davvero particolare, l’Anomotaenia brevis, una creatura che sembra in grado di ribaltare tutti i precedenti preconcetti sull’interazione tra parassita ed ospite.
In linea generale i parassiti sono visti come dei nemici dell’ospite, nemici in grado di degradare la salute dell’organismo ospitante accelerando nella maggior parte dei casi la tua fine. In maniera davvero sorprendente, però, le formiche che diventano l’ospite di questo parassita non subiscono una sorte così sfortunata ma, al contrario, sembrano in grado di riuscire a vivere addirittura tre volte la loro vita solita.
Questa scoperta eccezionale è stata fatta da un team di ricercatori tedeschi che ha studiato il ciclo di vita molto complesso di questo nematode. Le formiche di solito entrano in contatto con il parassita nella loro fase larvale, ingerendolo attraverso le feci dei picchi, un boccone molto appetitoso per questi insetti che, una volta entrato nel loro corpo, fa sì che questo parassita si stabilisca nello stomaco, un po’ come la tenia umana, rimanendovi fino a quando è pronto a riprodursi.
Una volta raggiunto il momento di propagare la propria specie il verme abbandona la formica, per cercare ancora una volta rifugio nelle viscere di un picchio. In questo modo il ciclo ricomincia con nuovi parassiti, nuove feci di picchio e nuove formiche contaminate. In questo caso per il parassita è fondamentale mantenere le formiche in buona salute il più a lungo possibile, un comportamento in netto contrasto con quello comune dei parassiti.
Ma come è possibile che questo ospite sia in grado di prolungare la vita della formica? Il segreto risiede nel modo molto particolare che questa larva ha di prendersi cura della sua “casa”. In questo caso il parassita rilascia nell’emolinfa della formica, il corrispondente del nostro sangue, grandi quantità di antiossidanti. Questa grande quantità di proteine prodotte dalla formica la rende, agli occhi delle altre, quasi come fosse una regina, e per questo viene trattata da tale.
Le formiche infette vengono quindi nutrite e trasportate dalle altre risparmiando fatica e stress. Questo comportamento allunga la vita della formica infetta, ma può risultare dannoso per tutto il formicaio, poiché l’aspettativa di vita delle formiche sane presenti può ridursi notevolmente nel mentre sono costrette a prendersi cura della compagna “malata”.
Nonostante tutto questo le formiche ospitanti il parassita prosperano, vivendo fino a tre volte più a lungo di quelle non infette. In questo caso il parassita opera comunque un comportamento distruttivo, ma ad opera della colonia anziché del singolo individuo. Questa scoperta sconvolge, tuttavia, i nostri concetti tradizionali di parassitismo, mostrandoci come la natura sia in grado di continuare a stupirci con miracoli biologici in grado di sottolineare quanto la vita sul nostro pianeta sia complessa e sorprendente.