Il rame e la transizione energetica: ruolo chiave del metallo per la decarbonizzazione in alcuni settori essenziali. Tutti i dettagli
Un metallo prezioso, considerato l’oro rosso, dichiarato come indicatore degli andamenti dell’economia globale ma sempre rimasto un passo indietro rispetto ad altre materie prime. Oggi, invece, il rame si prende la sua rivincita e viene indicato come il principale protagonista della transizione energetica. Si apre così un nuovo orizzonte per questo metallo che è destinato ad una crescita decisiva rispetto agli obiettivi imposti per i prossimi anni.
A dirlo sono i principali esperti di transizione energetica che spiegano come il rame avrà un ruolo fondamentale nel processo globale di decarbonizzazione. Il motivo? Sarà necessario per la graduale ma necessaria trasformazione di alcuni settori di rilievo per la vita mondiale come quello dei trasporti e dell’energia. Vediamo allora nel dettaglio cosa è in grado di fare e perché è importante.
Il rame e la transizione energetica: dati e previsioni
Si parla moltissimo di energia rinnovabile e di nuovi modi di produrre l’elettricità senza incidere in modo negativo sull’ambiente. In questo processo che sta diventando sempre più veloce e marcato, il rame svolge un ruolo chiave. Si tratta, infatti, di un materiale che è un eccellente conduttore di elettricità, ideale per i sistemi di energia green.
Si calcola, infatti, che non solo il numero dei veicoli elettrici crescerà ma anche la quantità di energia verde aumenterà di quattro volte rispetto ad oggi nel 2030. Numeri che richiedono risorse e disponibilità per lavorare in un’ottica ecosostenibile. Il rame grazie alla sua elevata conduttività elettrica permette all’energia di essere trasmessa in modo efficiente con perdite di potenza che si riducono al minimo nel corso della trasmissione e della distribuzione.
Si tratta di un materiale essenziale per la produzione di energia proveniente dall’eolico e dal fotovoltaico, in quanto è un componente fondamentale delle pale eoliche e dei pannelli solari oltre che della rete elettrica che consente immagazzinamento e distribuzione. Senza di esso, insomma, non si può parlare di grandi numeri e di transizione energetica.
Entro il 2030 secondo le previsioni ci sarà una domanda di 30 milioni di tonnellate e già da ora si ipotizza “un deficit di mercato di circa quattro milioni di tonnellate entro il 2030”. Sul globo la presenza del rame è frammentata arrivando a quota 22 milioni a cui si associa quello che viene ricavato dal riciclo dei prodotti che lo tengono, una pratica che dovrà essere sostenuta ed accentuata sempre di più per non rischiare di rimanere senza.