Evitare le tragedie tramite il monitoraggio e gli strumenti ad hoc. Protagonista della sperimentazione è la Marmolada
L’attività di monitoraggio e di prevenzione rappresenta in più campi la via ottimale, quella che permette di conoscere le cose per tempo e osservare, anche se da lontano, eventi ed evoluzioni. Lo possiamo fare con il nostro corpo con screening ed esami ad hoc ma anche con la natura. Monitoraggi frequenti e precisi permettono di capire, infatti, con maggiore possibilità il verificarsi di eventi estremi. Sono questi i maggiori indicatori del cambiamento climatico che sta mettendo a dura prova il pianeta.
Sono sempre di più, purtroppo, i tristi avvenimenti naturali che creano danni e morte. Come dimenticare quello della Marmolada dove in seguito al distaccamento di ghiaccio e detriti sono morte 11 persone. Per prevenire eventi del genere, a distanza di un anno dalla tragedia, si sta lavorando sodo e pare che presto potrebbe esserci una svolta grazie all’uso sperimentale di uno strumento in grado di dare un grande contributo all’attività di monitoraggio. Vediamo di cosa si tratta.
È la Marmolada il terreno di studio degli ultimi giorni. Proprio qui, infatti, si sta testando una speciale attrezzatura in grado di scandagliare lo stato del ghiaccio e capire cosa può verificarsi in superfice. Si tratta di un radar che riesce a capire se sotto lo strato superficiale ci sia dell’acqua. La prima osservazione è stata condotta solo qualche giorno fa, il 7 luglio ed ora i dati sono oggetto di indagine.
A prendere parte alla spedizione un team di esperti dell’Università di Trento. Tocca a loro, ora, capire se l’apparecchiatura usata permette di avere informazioni utili sul ghiacciaio e sulla sua attività e dunque di capire lo spessore e soprattutto se al di sotto ci sia la presenza di acqua o meno. Tutto è in divenire, si tratta ancora di una fase sperimentale ed embrionale ma se i primi risultati dovessero essere confortanti il radar potrebbe essere installato su un drone.
La tecnologia usata sulla Marmolada è simile a quella utilizzata per il radar spaziale che è in viaggio verso Giove con arrivo previsto per il 2030. Oltre a capire lo stato dell’arte del ghiaccio, la sonda permette di comprendere anche se ci sono dei segni di vita sotto lo strano di ghiaccio.