A Gerusalemme è avvenuta una scoperta che lascia tutti senza parole, i geologi sono allibiti!
La storia della nostra civiltà è spesso scritta negli angoli più remoti del globo terrestre, tra le rovine antiche o tra le pagine di vecchi manoscritti, ma anche nelle pareti delle grotte. È proprio in alcune grotte che è, infatti, avvenuta l’ultima scoperta archeologica, una serie di enigmatici messaggi trovati a Gerusalemme che promettono di gettare nuova luce sulla vita delle antiche popolazioni ebraiche.
La scoperta recente è avvenuta nel cuore della vecchia città di Gerusalemme, proprio sotto il più antico dei quartieri ebraici, e quel che è venuto alla luce è composto da una serie di messaggi incisi sulle pareti di questa grotta che è stata esplorata per la prima volta solo nel 2015. Questo luogo rappresentava un posto di purificazione per coloro che si preparavano per entrare nel sacro tempio di Gerusalemme, un posto che conserva sui suoi mura tutta la sacralità del tempo.
Enigmi secolari incisi sulle pareti della grotta di Gerusalemme, quel che raccontano ha origini antichissime
Gli scritti ritrovati nella grotta hanno impegnato nella traduzione diversi esperti di lingue antiche e storia ebraica, essendo per lo più affrescati in aramaico. Questi messaggi risalgono al periodo del secondo tempio, una fase fondamentale della storia ebraica che va dal sesto secolo avanti Cristo al primo secolo dopo Cristo.
Queste iscrizioni contengono nomi, preghiere, benedizioni e simboli religiosiche rilevano come la vita religiosa e culturale di quel tempo fosse fusa con la mitologia. Per andare fino in fondo in questa affascinante scoperta, gli archeologi hanno utilizzato una tecnica conosciuta con il nome di fotogrammetria digitale, una tecnica che ha permesso di costruire una mappa tridimensionale della grotta e dei suoi graffiti, permettendo la decodifica degli enigmi incisi sulle pareti.
Secondo la maggior parte degli esperti presenti è probabile che questi messaggi siano stati lasciati dai pellegrini che visitavano il tempio per purificarsi, tempio che ormai non esiste più dopo la sua distruzione ad opera dei Romani nel 70 DC. Alcuni di questi messaggi sembrano provenire dai membri di una setta nota con il nome di “esseni”, una popolazione già famosa per il loro stile di vita religioso e per la folta produzione di pergamene.
La grotta del Miqveh è divenuta, quindi, un sito archeologico di grande valore, che non offre solo un tesoro di informazioni sulla vita e le pratiche religiose di tempi antichi, ma serve anche come promemoria tangibile della ricca storia di Gerusalemme. Questa città è, infatti, sicuramente una delle più ricche al mondo in fatto di storia e cultura, dal Muro del Pianto al Monte del Tempio le risorse storiche presenti sono davvero impressionanti, e la grotta del Miqveh non può che aggiungersi alle meraviglie del luogo.
Una testimonianza di come le scoperte archeologiche siano ancora all’ordine del giorno, ed un monito potente del fatto di come la storia sia effettivamente viva, aspettando solo di essere scoperta ed interpretata.