L’elettricità non è prerogativa dell’uomo, alcuni animali la utilizzano da tempo immemore, ma è possibile sfruttarla?
Come spesso accade l’uomo non è l’inventore quanto il solo scopritore di meccanismi che la natura ha già sviluppato prima di lui. Esistono già in natura creature affascinanti capaci di interagire con un’energia che a noi umani è familiare, quella elettrica. Sebbene l’idea di animali capaci di generare o percepire l’elettricità possa suonare quasi come una trama di un racconto di fantascienza, è una realtà indiscutibile che testimonia una volta di più l’incredibile adattabilità del mondo animale.
Circa 350 specie di pesci sono in grado di sfruttare questa risorsa e tra questi vi è la famigerata anguilla elettrica, una specie dotata di strutture anatomiche in grado di generare campi elettrici di potenza stupefacente, che possono arrivare fino a 860 volt. Questi esseri viventi rappresentano la perfezione di un uso avanzato dell’energia elettrica, un uso che potrebbe essere sfruttato anche dagli esseri umani.
Copiare il regno animale può essere la svolta per il futuro delle energie rinnovabili, sta accadendo proprio ora
La percezione dell’elettricità nel regno animale si divide in due fenomeni distinti chiamati elettrogenesi, quando si ha la produzione di impulsi elettrici, ed elettroricezione, quando riguarda la capacità di rilevare i campi elettrici generati da questi impulsi. Tra gli esempi più affascinanti di animali in grado di sfruttare l’elettricità troviamo l’anguilla elettrica, la torpedine e il pesce gatto africano, tutte specie he utilizzano l’elettrogenesi per stordire le prede con scosse ad alto voltaggio.
Tra animali elettro-ricettivi ci sono razze come gli squali e una specie di delfino chiamata sotalia marina, che sono in grado di rilevare i deboli campi elettrici prodotti dalle prede sfruttando una serie di organi sensoriali speciali. Questa sofisticata strategia di caccia permette loro di individuare le prede anche in condizioni di scarsa visibilità.
Allo stesso modo alcune creature terrestri, tra cui il bombo, l’ornitorinco e l’echidna, sfruttano l’energia elettrica per procacciarsi il cibo o comunicare. Tra questi l’ornitorinco risulta particolarmente affascinante essendo in grado di percepire la presenza di prede attraverso 40.000 elettro-recettori localizzati nel becco, organo che viene quindi sfruttato come una sorta di metal detector biologico.
Nel mondo degli insetti i bombi alterano l’elettricità statica dei fiori per comunicare tra di loro, generando, attraverso il movimento frenetico delle loro ali durante la raccolta del polline, un campo elettrico che induce un cambiamento della carica elettrica del fiore. Questo meccanismo segnala agli altri bombi che il polline di quel fiore è stato raccolto, evitando inutili sprechi di energia.
Il mondo animale nella sua stupefacente varietà, ci stupisce una volta di più per la sua incredibile capacità di adattamento e innovazione. Nonostante le difficoltà poste da ambienti ostili o scarsamente illuminati, molti animali hanno saputo sfruttare una forza naturale come l’elettricità per sviluppare strategie di sopravvivenza estremamente efficaci. Questa testimonianza di quanto sia sorprendente e affascinante il regno animale dovrebbe ispirarci a rispettare e proteggere la biodiversità del nostro pianeta, ma anche a prendere spunto da essi, che rappresentano un tesoro inestimabile di cui siamo i custodi e che potremmo sfruttare nel reciproco sviluppo.