Occhio a questa pianta, vipere e serpenti ne vanno ghiotti. Scopriamone di piu’, ma soprattutto vedi se ce l’hai anche tu.
Il mondo degli animali è molto vasto e non tutto possiamo sapere su di esso. Ma se c’è una cosa che non sfugge è la pericolosità di alcune specie animali come i serpenti, con loro non si scherza affatto. Possono essere velenosi e non, ma nel dubbio è sempre meglio tenersene alla larga, non sono mancati casi di morti cagionati dal loro veleno.
A proposito di veleno, si pensa che questo quantitativo di sostanza altamente pericolosa, letale per noi essere umani venga immagazzinata da serpenti e vipere grazie ad una pianta da cui gli stessi andrebbero a trarre nutrimento, di cosa si tratta? Del gigaro o detto anche – sotto spigheremo perché – pan di serpe. Ne hai qualche esemplare in giardino? Devi starne alla larga, ora ti spieghiamo perché.
Cosa sapere sulla pianta prediletta di vipere e serpenti
Hai mai sentito parlare del gigaro? La foto sopra ne dimostra un attento primo piano. Tale pianta ha in realtà diversi nomi, come calla selvatica – ovvero Arum italicum – per la sua infiorescenza a spadice; in basso spuntano i fiori femminili mentre in alto quelli maschili. L’odore putrescente della pianta fa sì, che si avvicinano subito le mosche. Dato che durante la fioritura emette calore (una sua assoluta peculiarità), questo fa sì che l’insetto venga trattenuto sino alla completa impollinazione.
Il frutto è una pannocchia di bacche rosse che attirano soprattutto gli uccelli. Secondo la tradizione popolare questa pianta viene chiamata anche pan di serpe o pan di biscia. Secondo le credenze antiche infatti si sospettava che i serpenti o le vipere prendessero il loro veleno proprio da questi frutti rossi.
Del resto le bacche sono altamente velenose per noi, si stima addirittura che possano provocare la morte. Una pianta da cui dobbiamo farcela alla larga, anche le foglie possono provocare irritazioni. Tutta la pianta è velenosa, negli anni vi sono stati casi di morte di bambini i quali, attratti dalle bacche rosse le ingerivano. Ma le quantità che si possono comunque consumare sono poche perché la loro masticazione crea dolore alla bocca.